Multe stradali, bloccato l’aumento da gennaio 2023
Nel ddl Bilancio è stato scongiurato l'aumento delle multe stradali, che dal 1° gennaio 2023 dovevano salire del 11% in base all'andamento dell'inflazione.
A gravare sulle spalle degli italiani e degli automobilisti, oltre al caro carburanti e alla crisi energetica, dal 1° gennaio 2023 doveva arriva anche l’aumento delle multe stradali, che segue l’andamento dell’inflazione. La stangata è stata evitata all’interno del ddl Bilancio, approvato dal Consiglio dei Ministri. Senza l’intervento governativo ci sarebbe stato l’aumento del 11% previsto dal Codice della Strada, a seguito dell’aggiornamento biennale delle sanzioni amministrative. L’ultimo adeguamento delle tariffe c’è stato alla fine del 2020, quando gli importi furono rivisti al ribasso dello 0,2%.
Aumento multe stradali bloccato
Nel ddl Bilancio 2022 del Governo Meloni è stato annullato l’aumento programmato delle multe stradali che dovevano salire del 11% a causa di un aggiornamento automatico delle tariffe, che si basa su un parametro dell’Istat, il Foi, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
In pratica se l’inflazione aumenta sale anche il costo delle infrazioni stradali, come previsto dal Codice della Strada. Infatti nel 2020, a causa dell’inflazione negativa, gli importi furono rivisti al ribasso dello 0,2%.
Nuove multe stradali da gennaio 2023
Senza l’intervento governativo ci sarebbe stata una stangata sulle nuove multe stradali da gennaio 2023. In termini pratici l’ASAPS, l’Associazione sostenitori Polstrada, nei giorni scorsi aveva quantificato l’importo dell’aumento sulle principali multe stradali. Ad esempio, una sanzione per divieto di sosta passerebbe da 42 a 46 euro, un accesso abusivo alle ZTL da 83 a 92 euro e un eccesso di velocità compreso tra 10 e 40 km/h dagli attuali 167 a 185 euro. Anche la multa per l’uso del cellulare alla guida passerebbe da 165 a 181 euro.
La stessa ASAPS, pur rispettando il Codice della Strada, aveva avvertito il Governo del pericolo di questo aumento delle multe stradali, soprattutto in un periodo di forte crisi economica per i cittadini.
Con il caro bollette e le difficoltà economiche che attanagliano le famiglie italiane, molte di queste multe rischiano di non essere pagate e sempre ASAPS denuncia il pericolo di “default” stradale: “le multe esaspereranno gli automobilisti e non verranno mai pagate o solo in minima parte, come dimostrato dai cali di incassi del bilancio dello Stato e degli enti locali, in materia di riscossione volontaria”.
Multe in base al reddito
A proposito di multe il vice-ministro ai Trasporti Galeazzo Bignami ha proposto di aumentare il costo delle sanzioni solo in base al reddito, come già avviene in Paesi come Svezia, Svizzera, Grecia e Finlandia: a Helsinki. L’incremento in questo caso sarebbe proporzionato al reddito di chi commette l’infrazione al Codice della Strada.
Quanto incassano i Comuni dalle multe
Lo scopo di una multa non è quello di fare cassa, ma di sensibilizzare l’automobilista verso il rispetto del Codice della Strada, con i proventi da destinare alla sicurezza e alla manutenzione del manto e della segnaletica stradale. Purtroppo sempre più Enti Locali e soprattutto i Comuni usano lo strumento della multa stradale per fare cassa. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, soltanto nelle 21 principali città italiane nel 2021 sono stati incassati 400 milioni di euro di multe e non tutti i proventi sono stati impiegati per la manutenzione del manto stradale o per la segnaletica.
Solo il Comune di Milano, primo in questa speciale classifica, ha incassato 102,6 milioni per violazioni al Codice della Strada, di cui quasi 13 milioni dall’autovelox. Di questi, solo 44,8 milioni sono stati destinati alla manutenzione delle strade e dell’asfalto, all’acquisto e all’ammodernamento della flotta di mezzi a disposizione degli agenti della Municipale.
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