Aumento dei dazi sulle auto cinesi da luglio, crescono i prezzi
Per contrastare l'avanzata in Europa delle auto cinesi a prezzi bassi e vantaggiosi, la Commissione Europea sta valutando l'innalzamento dei dazi sulle importazioni.
Il “dazio” si riferisce a una tassa o un’imposta che viene applicata sui beni che vengono importati o esportati da un Paese. Si tratta di una tassa che può essere valutata in base a diverse variabili, come il valore del bene, la sua quantità, il suo peso o altre caratteristiche specifiche. Si vocifera la possibilità di innalzare i dazi alle auto importate dalla Cina con lo scopo di proteggere l’industria automobilistica europea livellando i prezzi delle auto cinesi fortemente concorrenziali.
Anche lo stesso Elon Musk è preoccupato dalla competitività dei prezzi delle auto cinesi: qualche mese fa aveva dichiarato che “Bisogna prendere atto che oggi i costruttori cinesi sono tra i più competitivi al mondo e senza dazi sulle auto la Cina demolirà concorrenza“.
Dazi sulle auto cinesi, elettriche comprese
Per questo, a partire dal 7 marzo 2024, la Commissione Europea avvierà la registrazione doganale delle importazioni di tutte le auto provenienti dalla Cina a seguito della pubblicazione del “regolamento di esecuzione” sulla Gazzetta Ufficiale. Tale iniziativa non è solo burocratica, ma strettamente legata all’indagine anti-dumping annunciata precedentemente dalla Commissione UE che ha messo sotto la lente illeciti sussidi del governo cinese ai produttori di auto in violazione delle regole sulla concorrenza.
A tal fine sono state avviate diverse iniziative, tra cui ispezioni presso le sedi in Cina di aziende come BYD, Geely e Saic. Se tutto ciò verrà confermato si potrebbe arrivare all’imposizione di dazi sull’importazione, con effetto retroattivo dalla data di pubblicazione del regolamento.
Al momento, le automobili fabbricate in Cina e vendute in Europa sono soggette a un’imposta del 10%. Tuttavia, ci sono segnalazioni iniziali che suggeriscono un aumento di questa tassa al 27,5%, che equiparerebbe l’Europa agli Stati Uniti in termini di dazio applicato.
Dazi da quando?
Anche se l’indagine si concluderà a novembre, la Commissione Europea ha deciso di innalzare i dazi già a partire da luglio. In tal caso, scatterebbe l’applicazione retroattiva: il periodo di pagamento non inizierebbe da luglio, ma dall’avvio delle registrazioni doganali, cioè dal 7 marzo 2024, il giorno successivo alla pubblicazione del relativo regolamento in Gazzetta Ufficiale.
Tra ottobre 2023 e gennaio 2024 sono state importate in Europa 177.839 auto elettriche cinesi, con un aumento dell’11% rispetto alla media mensile precedente e del 14% rispetto ai quattro mesi precedenti.
Come rispondono i cinesi ai dazi
I produttori cinesi, nell’ambito della loro strategia di espansione in Europa, hanno già considerato la possibilità di dazi, tanto che si sono organizzati per spostare la loro produzione nel Vecchio Continente. Ad esempio, BYD ha avviato la costruzione di un sito in Ungheria, che inizierà a produrre i primi veicoli nel 2026. SAIC, con MG, trasferirà la produzione nella fabbrica inglese di Longbridge, dove già ora vengono progettati e disegnati i veicoli MG per il mercato europeo.
La Leapmotor invece ha sottoscritto un accordo con Stellantis per produrre e vendere auto in Europa, ed effettivamente sono sempre più insistenti le voci che indicano l’impianto di Mirafiori come possibile sede per la produzione di alcuni modelli elettrici low cost della Leapmotor.
Scelta tardiva
Il fenomeno cinese dunque è già ampiamente esploso e la politica dei dazi appare tardiva, specialmente considerando la decisione della Commissione Europea di vietare la vendita di veicoli con motore endotermico dal 2035, senza valutare appieno le conseguenze economiche. Questo porta l’Europa a rinunciare ad una tecnologia in cui era leader, mentre i cinesi hanno un vantaggio significativo. Le azioni attuali sembrano tardive e molto dipenderà dal nuovo Parlamento Europeo che si formerà dopo il 9 giugno 2024.
A seconda dell’esito delle elezioni la nuova Commissione potrebbe rivedere il Fit for 55, che dal 2035 vieta la produzione di veicoli con motore endotermico, anche perché alcuni costruttori stanno rivedendo le loro politiche di transizione energetica, suggerendo la riabilitazione di altre tecnologie come l’ibrido, l’idrogeno, gli e-fuels e i biocarburanti.
Problemi con l’export in Cina delle auto prodotte in Europa?
Questo aumento di dazi potrebbe portare qualche conseguenza sull’export di auto prodotte in Europa verso la Cina? Ogni anno in Cina vengono immatricolati circa 5 milioni di autoveicoli europei, con Volkswagen, BMW e Mercedes tra i principali costruttori europei. E’ anche vero che l’Europa al momento non può prescindere dalla Cina, soprattutto per quanto riguarda le terre rare e le materie prime, e che dovrà farsene una ragione: la presenza del Dragone ormai non può essere più evitata, ma solo gestita.