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Azioni Ferrari in Borsa, il crollo e la sfiducia con un’opportunità da non perdere

Ferrari presenta i target al 2030, ma la crescita cauta e la riduzione della quota di modelli elettrici deludono gli investitori, spingendo il titolo verso un forte ribasso.

La presentazione del Piano Industriale 2026-2030 di Ferrari, che ha incluso i primi dettagli sulla vettura 100% elettrica attesa per la prima metà del 2026, è stata accolta dal mercato con un brusco e inatteso crollo del titolo in Borsa (fino al -16%).

Sebbene l’annuncio dell’elettrico sia un elemento chiave della transizione, la ragione principale del forte ribasso sembra non essere dovuto all’elettrificazione in sé, ma ad altro. Cerchiamo di capire il motivo di questo crollo delle azioni Ferrari.

Crollo azioni Ferrari in Borsa

La recente pubblicazione dei target al 2030 da parte di Ferrari ha suscitato una reazione negativa da parte degli investitori, portando a un calo significativo del titolo. Tra i motivi principali emerge una percezione di cautela eccessiva da parte del management e scopriamone meglio i dettagli.

John Elkann, Presidente Esecutivo Ferrari
John Elkann, Presidente Esecutivo Ferrari

Gli obiettivi di crescita comunicati sono stati giudicati troppo prudenti rispetto alle attese del mercato, che si aspettava un aumento dei ricavi più rapido. In un contesto in cui il titolo aveva registrato una forte crescita, le previsioni “realistiche” del management, motivate dal CEO Benedetto Vigna con l’intento di fissare target raggiungibili, sono state interpretate come un rallentamento della spinta espansiva, scatenando un vero e proprio “sell-off”.

Un altro elemento che ha deluso gli investitori è stata la revisione della quota di modelli elettrici. Entro il 2030, le vetture completamente elettriche rappresenteranno circa il 20% della gamma, una percentuale inferiore alle stime precedenti, che parlavano di un 40%. Ferrari giustifica questa scelta come una strategia per tutelare i margini elevati e l’esclusività del brand, mantenendo un equilibrio con ibridi (40%) e modelli a combustione (40%). Tuttavia, per analisti e investitori questa decisione è sembrata un segnale di minore ambizione nella transizione verso l’elettrico.

Benedetto Vigna, Amministratore Delegato di Ferrari
Benedetto Vigna, Amministratore Delegato di Ferrari

Infine, il mercato ha messo sotto esame il concetto di “premium del lusso” che caratterizza Ferrari. A differenza di altri produttori, le azioni della Casa di Maranello vengono scambiate con multipli tipici di un titolo del lusso, non automobilistico, il che presuppone margini industriali altissimi e prospettive di crescita molto solide. Le previsioni considerate troppo caute hanno quindi alimentato dubbi sulla sostenibilità di queste valutazioni elevate, provocando una correzione verso multipli più in linea con la media storica.

Le azioni Ferrari crollate per l’annuncio della elettrificazione?

Il crollo delle azioni, sebbene violento e il peggiore da anni, è principalmente una correzione di aspettative più che un rigetto del progetto elettrico. La sfida di Ferrari è complessa: deve abbracciare l’elettrificazione, investendo miliardi in R&D, senza diluire l’esclusività, il sound e la performance che definiscono il marchio, ovvero il suo “pricing power” unico al mondo.

Per gli investitori di lungo periodo, questo calo potrebbe rappresentare un’opportunità, a condizione che l’azienda dimostri una “execution impeccabile” del piano, difendendo i margini di profitto record e il posizionamento di ultra-lusso nel passaggio all’elettrico.

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