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Multa parcheggio scaduto, quando pagarla e quando diventa illegittima

Una multa per parcheggio scaduto non sempre è legittima, e dunque, non sempre occorre pagarla. Ecco allora tutte le novità riguardo a questa annosa questione automobilistica.

Una sbagliata erogazione del ticket, dati errati, oppure una cattiva gestione dei tempi. Insomma, molte possono essere le cause che portano ad una multa per parcheggio scaduto; un’eventualità che si annovera tra le più grandi seccature di ogni automobilista. Trovare quel fogliettino tra il parabrezza e il tergicristalli, infatti, è sempre un’amara sorpresa. Eppure, non sempre tale ammenda risulta legittima; dunque, non sempre deve essere pagata.

Qui c’è tutto quello che ogni motorizzato dovrebbe conoscere al riguardo. Tra costi, novità e illegittimità della contravvenzione; ecco la spiegazione completa del caso. Caro automobilista, anche se non sembra, non sempre sei nel torto; guarda qui…

Multa per parcheggio scaduto, cosa dice il Codice della Strada

A cercare, senza grandissimi risultati, di regolamentare questa eventualità, ci pensa sempre il Codice della Strada. Nel dettaglio, la questione della multa per parcheggio scaduto viene analizzata, se così si può dire, dagli articoli 6, 7 e 157 del CdS. Prima di scoprire cosa dicono questi articoli, occorre però sottolineare come negli anni la legge in queste occasioni non è mai risultata univoca.

multa parcheggio scaduto illegittima

I primi due articoli (art. 6 comma 4 lettera D e art. 7 comma 1 lettera F) gestiscono la circolazione, e anche il parcheggio, rispettivamente fuori e dentro il centro abitato. In particolare, l’articolo 7 dice che il Comune ha il diritto di stabilire zone adibite al parcheggio nelle quali, si cita testualmente, “la sosta dei veicoli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo di durata della sosta“.

In questo caso si parla dei tradizionali parcheggi con le strisce blu, nei quali il pagamento solitamente avviene attraverso l’erogazione di un ticket specifico che indica l’orario di arrivo e il tempo di permanenza; inoltre, in molti casi, occorre inserire anche il codice alfanumerico della propria targa. Poi esiste un’altra tipologia di ticket che viene pagato solamente nel momento in cui si lascia il parcheggio.

Inoltre, l’articolo 157 del CdS dice che “è fatto obbligo ai conducenti di segnalare, in modo chiaramente visibile, l’orario in cui la sosta ha avuto inizio” nelle aree di sosta in cui il parcheggio è sottoposto a limiti di tempo. In caso contrario, l’automobilista può incorrere in una multa dal valore di 42 euro e massimo pari a 173 euro.

La multa per parcheggio scaduto non sempre è da pagare, il segreto sta nel ticket

Già, sembra strano, ma è proprio così! La contravvenzione per parcheggio scaduto non sempre è da pagare. Quando sul parabrezza della propria vettura si trova la multa, non sempre bisogna precipitarsi a pagare la sanzione, con la paura che magari questa col tempo possa lievitare. Bisogna, dunque, prestare molta attenzione a quel documento; esso infatti potrebbe essere nullo.

Ad esprimersi è stato lo stesso Ministero delle Infrastrutture, il quale nel 2015 ha emanato un parere tecnico-legale che non lascia spazio ad eventuali male interpretazioni. “Se la sosta viene effettuata – recita la dichiarazione ufficiale -, omettendo l’acquisto del ticket orario, deve essere necessariamente applicata la sanzione. Se invece il ticket viene acquistato, ma la sosta si prolunga oltre l’orario di competenza non si applicano sanzioni, ma si dà corso al recupero delle ulteriori somme dovute”.

ticket parcheggio scaduto

In poche parole, nel caso in cui il ticket non viene pagato, allora la multa è inevitabile. Quando invece il ticket viene acquistato regolarmente non può esserci sanzione, anche se quest’ultimo è scaduto. In questo caso l’automobilista è chiamato solamente ad integrare il pagamento in proporzione alla durata effettiva della sosta. Quindi il caso è risolto qui? Assolutamente no!

Nel corso degli anni, infatti, nonostante la suddetta dichiarazione del Ministero, i cambiamenti di fronte riguardo a questa questione sono stati molteplici. La Corte di Cassazione con Sentenza del 3 Agosto 2016 n. 16258 ha dichiarato:

Pertanto la sosta protratta oltre l’orario indicato nel ticket costituisce un caso di illecito amministrativo e non di inadempimento contrattuale, analogamente a quanto avviene nel caso di sosta effettuata senza l’acquisto del ticket.

ovvero che la sosta sulle strisce blu con ticket scaduto equivale all’assenza totale dello stesso ticket; situazione, dunque, passibile di multa.

Infine, nel 2019 alcuni giudici hanno ribaltato ancora una volta le carte in tavola, dando ragione agli automobilisti dotati di ticket scaduto, riadottando così la vecchia linea guida emanata dal Ministero delle Infrastrutture. In questo caso l’automobilista multato è chiamato a presentare ricorso presso il Giudice di Pace o il Prefetto.






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