Incidenti stradali, strade più pericolose, cause e vittime della strada
Nel 2024 gli incidenti stradali in Italia sono aumentati del 4,1%, con 233.853 feriti e 3.030 morti (-0,3%). In calo le vittime tra auto, bici e pedoni, in crescita tra motociclisti, autocarri e monopattini.

Nel 2024 si è consolidato il ritorno a una mobilità simile a quella pre-pandemia, con l’aumento degli spostamenti per lavoro, studio e turismo. Sul fronte dell’incidentalità, il numero delle vittime è rimasto stabile rispetto al 2023, mentre sono aumentati incidenti e feriti: 3.030 morti (-0,3%), 233.853 feriti (+4,1%) e 173.364 incidenti (+4,1%). Rispetto al 2019, le vittime e i feriti sono diminuiti (rispettivamente -4,5% e -3,1%), mentre gli incidenti hanno registrato un lieve aumento (+0,7%).
Incidenti stradali
Nel 2024 il numero di morti in incidenti stradali in Italia ha raggiunto quota 3.030, in leggero calo rispetto al 2023 (-0,3%). I feriti sono stati 233.853 (+4,1%) e gli incidenti stradali 173.364 (+4,1%). Rispetto al 2019, le vittime e i feriti sono diminuiti rispettivamente del 4,5% e del 3,1%, mentre gli incidenti hanno mostrato un lieve aumento (+0,7%).
Le vittime sono aumentate tra motociclisti (830, +13,1%), occupanti di autocarri (146, +30,4%) e utenti di monopattini elettrici, che hanno fatto registrare 23 decessi (+2 rispetto al 2023) e 3.751 feriti (+17,4%). Si è aggiunto anche un pedone deceduto dopo essere stato investito da un monopattino.

In calo, invece, le vittime tra gli automobilisti (1.252, -6,0%), i ciclomotoristi (61, -10,3%), i pedoni (470, -3,1%) e gli utenti di biciclette (185, -12,7%).
A livello europeo, nel 2024 il numero di morti per incidenti stradali nella UE27 è diminuito del 2,2% rispetto all’anno precedente, con 20.017 vittime contro 20.466 nel 2023. Il confronto con il 2019 evidenzia una riduzione del 12,1%. In media, si sono registrati 45 morti per milione di abitanti nei Paesi UE, mentre l’Italia ha mantenuto un tasso più elevato, pari a 51, posizionandosi al 19° posto nella graduatoria europea per mortalità stradale.
Quando avvengono gli incidenti stradali
Analizzando la distribuzione oraria nei giorni lavorativi e festivi nel 2023, si è rilevata, per i giorni lavorativi, una concentrazione degli incidenti tra le 10 e le 11 del mattino, tra le 14 e le 15 e con un picco evidente alle 20. A partire dal 2020, si è osservata anche un’intensificazione del traffico dovuto al trasporto merci e alla logistica, a seguito dell’aumento dell’e-commerce e delle modifiche negli orari degli spostamenti per chi ha usufruito di tempi di lavoro più flessibili. Nei giorni festivi, la distribuzione degli incidenti ha avuto un profilo diverso rispetto a quello dei giorni lavorativi, con una concentrazione nelle ore notturne, tra le 13 e le 14 e alle 19.
Per tenere conto delle condizioni di luce e buio e del loro legame con gli incidenti stradali, sono stati considerati gli orari di alba e tramonto nelle province italiane, rilevati periodicamente ogni 15 giorni durante l’anno. Questo calcolo ha permesso di definire il numero di ore di luce e buio e di classificare gli incidenti in base a questa variabile.
Dal confronto tra le distribuzioni mensili degli incidenti stradali nel periodo di buio (tra tramonto e alba) e quello notturno convenzionale (tra le 22 e le 6 del mattino), si sono osservate differenze significative, soprattutto nei mesi invernali e autunnali, quando il sole tramonta nel pomeriggio.
Quantificare gli incidenti stradali avvenuti in condizioni di buio ha consentito di individuare i legami tra l’incidentalità stradale e la scarsa visibilità o illuminazione sulla rete stradale. L’indice di mortalità (morti su 100 incidenti) è risultato infatti più elevato nelle ore fra tramonto e alba rispetto al periodo notturno convenzionale (tra le 22 e le 6), soprattutto per gli incidenti con pedoni, in particolare sulle strade extraurbane a giugno e settembre, ovvero tra i 10 e 16 morti ogni 100 incidenti. Sulle strade urbane, gli indici di mortalità per i pedoni sono risultati più elevati nei mesi di agosto e settembre.
Strade più pericolose
Tra il 2023 e il 2024, gli incidenti e i feriti sono aumentati su tutti i tipi di strade, con incrementi più marcati sulle autostrade (+6,9% incidenti, +7,0% feriti). Anche il numero delle vittime è cresciuto sensibilmente su queste infrastrutture (+7,1%). Al contrario, sulle strade urbane i decessi sono diminuiti del 2,1%, mentre sulle extraurbane si è registrato un lieve aumento (+0,1%). Rispetto al 2019, gli incidenti sono aumentati del 4,0% sulle autostrade e del 2,7% sulle strade extraurbane.
Cause incidenti stradali
Le principali cause degli incidenti stradali – distrazione, mancato rispetto della precedenza ed eccesso di velocità – rappresentano il 37,8% del totale, un dato stabile nel tempo. I rischi più alti riguardano gli utenti vulnerabili: il tasso di mortalità tra i pedoni (2,5 ogni 100 incidenti) è quattro volte superiore a quello degli occupanti di auto.
Quante persone si spostano e dove
Nel 2024 si sono stabilizzati i livelli di mobilità osservati nel 2023, anno in cui era stata rilevata una netta ripresa post-pandemia. Secondo i dati Audimob-Isfort, nel primo semestre 2024 si sono registrati 96,5 milioni di spostamenti giornalieri feriali tra i 14 e gli 85 anni, lo stesso valore del primo semestre 2023. Nell’intero 2023, la media era stata di 99,5 milioni di spostamenti al giorno, con un incremento minimo sul 2022 (+0,6%). Rispetto al 2019, la domanda di mobilità si è ridotta del 6%, riflettendo gli effetti dello smart working, i nuovi stili di vita e i cambiamenti demografici.
Nel 2023, il numero di passeggeri per chilometro ha superato il miliardo, pur con un calo del 2,6% rispetto al 2022. Il confronto tra i primi sei mesi del 2023 e del 2024 ha mostrato una diminuzione del 5,7%, segno che le persone hanno continuato a muoversi ma percorrendo distanze più brevi. I chilometri percorsi nel 2023 sono risultati ancora inferiori dell’11,7% rispetto al 2019, indicando una possibile battuta d’arresto per i viaggi di media e lunga distanza.
Nel primo semestre 2024, l’80,1% della popolazione ha effettuato almeno uno spostamento giornaliero, in calo rispetto all’80,8% del 2023. È invece aumentata la quota di chi non si è spostato affatto, passata dal 12% al 13,2%. La mobilità di prossimità (solo a piedi e per brevi tratti) ha coinvolto il 6,7% della popolazione (-0,4% rispetto al 2023, ma sopra i livelli del 2019).
La quota modale della bicicletta e della micromobilità si è attestata al 4%, in lieve crescita (+0,3 punti). Al contrario, quella dei motocicli è scesa dal 3,9% al 3,5%. L’automobile ha continuato a rappresentare il mezzo più utilizzato, con il 64,7% degli spostamenti nel 2023 e una flessione dell’1,6%, seguita da un ulteriore calo del 2,5% nel primo semestre 2024.
Il trasporto collettivo ha proseguito il recupero: la quota modale è salita all’8,6% nel 2023 e all’8,0% nel primo semestre 2024, in lieve aumento rispetto al 7,8% del 2023. Tuttavia, il dato resta inferiore di oltre due punti rispetto ai livelli pre-pandemici.
Nel settore della sharing mobility, si è osservata una riduzione dei servizi e dei veicoli disponibili, in particolare per i monopattini in sharing: da quasi 100 servizi nel 2022 si è passati a 53 all’inizio del 2024. La contrazione è dovuta sia al ritiro di operatori sia alla fine delle sperimentazioni in alcune città. Ciononostante, i noleggi sono rimasti stabili rispetto al 2022 e al 2023, segnalando un utilizzo intenso delle flotte attive. A Roma e Milano, i servizi sono scesi rispettivamente da 7 a 3 e da 7 a 2.
Per quanto riguarda il trasporto a chiamata (DRT), nel 2024 si è registrato un aumento dei servizi, saliti a 41, concentrati soprattutto nel Nord Italia. Il ricorso all’auto privata, comunque, è rimasto predominante: 63,1% degli spostamenti nel primo semestre 2024, in calo rispetto al 66,3% del 2022, ma ancora sopra il minimo storico del 2020 (59%). Il tasso di motorizzazione si è confermato tra i più alti in Europa, con 700,8 auto ogni 1.000 abitanti.

Le percorrenze sulla rete autostradale hanno superato gli 83 miliardi di veicoli-km nel 2024, con una crescita del 2,2% sul 2023. In dettaglio, i veicoli pesanti hanno percorso il 2,3% in più, e quelli leggeri il 2,1% in più. Anche l’Indice di Mobilità Rilevata (IMR) di Anas ha evidenziato un aumento dello 0,7% nel traffico medio giornaliero tra il 2023 e il 2024, più marcato per i mezzi pesanti (+1,4%).
Incidenti con monopattini elettrici
Nel 2023, si è confermata la diffusione della micromobilità elettrica. L’Istat ha incluso “monopattino elettrico” e “bicicletta elettrica” tra le variabili di rilevazione a partire da maggio 2020. Gli incidenti con lesioni che hanno coinvolto almeno un monopattino elettrico sono stati 3.895, con 23 vittime e 3.751 feriti.
Incidenti stradali, Purcaro: “Urgente rafforzare la cultura della sicurezza stradale”
“I dati Istat relativi al 2024 evidenziano una situazione preoccupante: il numero di morti in incidenti stradali si mantiene a 3.030, con un lieve calo rispetto al 2023, ma aumenta il numero delle vittime tra i giovani di età compresa tra i 20 e i 29 anni, mentre tra le donne le fasce più colpite sono quelle delle over 70.
Crescono sia il numero dei feriti, saliti a 233.853 (+4,1%), sia quello degli incidenti stradali, che raggiungono quota 173.364 (+4,1%) – ha dichiarato Toni Purcaro, Presidente DEKRA Italia, in merito ai dati emersi dall’Istat sugli incidenti stradali nell’anno 2024.
Tra il 2023 e il 2024, incidenti e feriti risultano in aumento su tutte le tipologie di strade, con una crescita particolarmente significativa sulle autostrade, dove gli incidenti aumentano del 6,9% e i feriti del 7,0%.
“Questi dati – continua Purcaro – sottolineano quanto i comportamenti alla guida incidano concretamente sulla vita delle persone: ogni utente della strada è chiamato a una condotta etica e responsabile. È ormai indispensabile promuovere campagne di prevenzione efficaci, rinnovare il parco veicoli con mezzi più sicuri e moderni e investire in infrastrutture che riducano i rischi per tutti. DEKRA conferma il proprio impegno per una cultura della ‘Vision Zero’ con l’obiettivo di azzerare vittime e incidenti.

In questa prospettiva, è fondamentale che istituzioni, cittadini, inclusi i più giovani, e settore privato collaborino attivamente per garantire una formazione continua e favorire la diffusione delle tecnologie più avanzate. Solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile invertire la tendenza attuale e porre davvero la sicurezza delle persone al centro della mobilità”.