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Incidenti stradali, strade più pericolose e vittime della strada

Le strade più pericolose in Italia, dove si verificano incidenti stradali, quali sono le categorie più esposte

Nel 2023, con il ritorno delle abitudini di spostamento degli italiani ai livelli pre-pandemia, sulle strade italiane si è registrato un lieve miglioramento nel numero di vittime degli incidenti stradali, nonostante un leggero aumento degli incidenti e dei feriti. In particolare, si sono verificati 166.525 incidenti (+0,4% rispetto al 2022).

Incidenti stradali

In Italia nel 2023 si sono registrati 166.525 incidenti, con 3.039 decessi (-3,8% rispetto al 2023) e 224.634 feriti (+0,5%) su circa 53.000 chilometri di strade della rete viaria italiana. In media, ogni giorno sono stati registrati 456 incidenti stradali, pari a 19 incidenti ogni ora, con 8,3 morti al giorno e 25,6 feriti ogni ora. Il costo sociale degli incidenti con lesioni è ammontato a quasi 18 miliardi di euro, pari all’1% del PIL, che è salito a 22,3 miliardi di euro (1,1% del PIL) includendo i danni alle cose.

Incidente stradale tra camion in autostrada
Incidente stradale tra camion in autostrada

La maggior parte degli incidenti è avvenuta su strade urbane (73,3%), mentre il maggior numero di vittime si è concentrato sulle strade extraurbane (48,4%). Sulle autostrade si sono verificati il 5,3% degli incidenti e il 7,9% dei deceduti. Va specificato che rispetto al 2019, gli incidenti stradali sono diminuiti del 3,3%, i morti del 4,2% e i feriti del 6,9%.

Quando avvengono gli incidenti stradali

Analizzando la distribuzione oraria nei giorni lavorativi e festivi nel 2023, si è rilevata, per i giorni lavorativi, una concentrazione degli incidenti tra le 10 e le 11 del mattino, tra le 14 e le 15 e con un picco evidente alle 20. A partire dal 2020, si è osservata anche un’intensificazione del traffico dovuto al trasporto merci e alla logistica, a seguito dell’aumento dell’e-commerce e delle modifiche negli orari degli spostamenti per chi ha usufruito di tempi di lavoro più flessibili. Nei giorni festivi, la distribuzione degli incidenti ha avuto un profilo diverso rispetto a quello dei giorni lavorativi, con una concentrazione nelle ore notturne, tra le 13 e le 14 e alle 19.

Per tenere conto delle condizioni di luce e buio e del loro legame con gli incidenti stradali, sono stati considerati gli orari di alba e tramonto nelle province italiane, rilevati periodicamente ogni 15 giorni durante l’anno. Questo calcolo ha permesso di definire il numero di ore di luce e buio e di classificare gli incidenti in base a questa variabile.

Dal confronto tra le distribuzioni mensili degli incidenti stradali nel periodo di buio (tra tramonto e alba) e quello notturno convenzionale (tra le 22 e le 6 del mattino), si sono osservate differenze significative, soprattutto nei mesi invernali e autunnali, quando il sole tramonta nel pomeriggio.

Quantificare gli incidenti stradali avvenuti in condizioni di buio ha consentito di individuare i legami tra l’incidentalità stradale e la scarsa visibilità o illuminazione sulla rete stradale. L’indice di mortalità (morti su 100 incidenti) è risultato infatti più elevato nelle ore fra tramonto e alba rispetto al periodo notturno convenzionale (tra le 22 e le 6), soprattutto per gli incidenti con pedoni, in particolare sulle strade extraurbane a giugno e settembre, con tra i 10 e 16 morti ogni 100 incidenti. Sulle strade urbane, gli indici di mortalità per i pedoni sono risultati più elevati nei mesi di agosto e settembre.

Strade più pericolose

Quali sono le strade più pericolose? La maggior parte degli incidenti (73,3%) avviene sulle strade urbane, mentre il maggior numero di vittime (48,4%) si concentra sulle strade extraurbane. Sulle autostrade si registrano il 5,3% degli incidenti e il 7,9% dei deceduti.

L’indice di mortalità è più alto sulle strade extraurbane (4,1 decessi ogni 100 incidenti), è sceso a 2,7 sulle autostrade e a 1,1 sulle strade urbane. La media nazionale è stata pari a 1,8. La maggior parte degli incidenti (67,4%) è avvenuta tra veicoli in marcia, con il 90,9% che ha coinvolto uno o due veicoli.

Gli incidenti lungo un rettilineo sono avvenuti su strade urbane nel 47,3% dei casi e nel 57,9% su strade extraurbane. In ambito urbano, il 39,0% degli incidenti è avvenuto in corrispondenza degli incroci, il 7,1% in curva e il 4,5% nei pressi di una rotatoria. Sulle strade extraurbane, il 22,2% degli incidenti si è verificato in curva e il 14,5% in corrispondenza di un incrocio.

Soccorso dei Vigili del Fuoco sul luogo di un incidente stradale in autostrada
Soccorso dei Vigili del Fuoco sul luogo di un incidente stradale in autostrada

Il tasso di mortalità per 100.000 abitanti è stato superiore alla media nazionale (5,2) in 13 regioni, con il valore più alto in Sardegna (7,0) e il più basso in Umbria (5,3). Al contrario, il tasso di mortalità è sceso più della media nazionale in Basilicata, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Valle d’Aosta, Campania, Lombardia e Liguria (da 5,0 a 3,6).

Incidenti stradali, le vittime della strada

Nel 2023, le vittime di incidenti stradali sono state 3.039: 2.416 uomini (79,5%) e 623 donne (20,5%). I conducenti deceduti ammontano a 2.135 (1.907 uomini e 228 donne), i passeggeri a 419 (195 uomini e 224 donne) e i pedoni a 485 (314 uomini e 171 donne). Le vittime si sono concentrate principalmente nelle fasce di età 20-29 anni e 45-59 anni per gli uomini, e oltre i 55 anni per le donne. Gli aumenti più significativi rispetto al 2022 si sono registrati nelle classi di età oltre i 70 anni, con un incremento rilevante per la fascia 75-79 anni (+23,6%), e tra i bambini tra 5 e 9 anni (da 8 a 13 vittime), nonché tra i 45-49enni (+1,8%).

Un dato particolarmente negativo riguarda i bambini da 0 a 14 anni deceduti in incidenti stradali, che sono stati 41 nel 2023, dei quali 28 tra 5 e 14 anni, in aumento rispetto agli anni precedenti. Questo valore è superiore a quello del 2019, con 39 vittime nel 2022, 28 nel 2021, 37 nel 2020 e 35 nel 2019. Nonostante le misure attuate per migliorare la sicurezza dei bambini in auto, l’efficacia delle azioni di sensibilizzazione e delle sanzioni non ha ancora raggiunto l’esito sperato, mantenendo lontano l’obiettivo di “vision zero” per i bambini.

Scontro tra moto e automobile
Scontro tra moto e automobile

I feriti negli incidenti stradali sono aumentati soprattutto nelle classi di età oltre i 75 anni e tra i bambini rispetto al 2022, anche se in lieve calo rispetto al 2019. Il nuovo Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale 2030 mira a ridurre il numero di feriti e vittime attraverso miglioramenti nella progettazione di strade e veicoli, rafforzamento delle leggi e loro applicazione, e un’assistenza tempestiva ed efficace ai feriti, con ottimizzazione delle operazioni di soccorso e riduzione dei tempi di arrivo delle ambulanze.

Incidenti con monopattini e biciclette elettriche

Nel 2023, si è confermata la diffusione della micromobilità elettrica. L’Istat ha incluso “monopattino elettrico” e “bicicletta elettrica” tra le variabili di rilevazione a partire da maggio 2020. Gli incidenti con lesioni che hanno coinvolto almeno un monopattino elettrico sono stati 3.365, con 21 vittime e 3.195 feriti. Le biciclette elettriche sono state coinvolte in 1.391 incidenti, con 14 vittime e 1.367 feriti. Le biciclette non elettriche hanno avuto 15.118 incidenti, 204 vittime e 14.665 feriti.

In totale, nel 2023, ci sono stati oltre 16.000 incidenti con almeno una bicicletta e 3.365 incidenti con almeno un monopattino, causando 233 vittime, 6 pedoni deceduti e 19.833 feriti. Le vittime tra i conducenti di monopattini e biciclette sono aumentate, mentre sono rimaste stabili tra i pedoni e diminuite per altri utenti. Gli infortunati tra gli utenti di monopattini elettrici sono stati 3.196, con 21 morti.

Incidenti monopattini elettrici
Gli incidenti con monopattini sono in costante aumento

La distribuzione per genere delle vittime ha mostrato un netto svantaggio per gli uomini, che rappresentano l’89% dei conducenti deceduti. Gli utenti più vulnerabili hanno costituito il 50% dei morti sulle strade. Gli indici di mortalità per i pedoni e i motociclisti sono risultati significativamente più alti rispetto agli occupanti di autovetture.

Gli obiettivi europei di dimezzamento delle vittime e dei feriti gravi non sono stati ancora raggiunti per le categorie più vulnerabili, come motociclisti, ciclisti e pedoni, mentre i ciclomotoristi e gli automobilisti hanno ottenuto maggiori riduzioni della mortalità negli ultimi 20 anni grazie a una maggiore sensibilizzazione e ai progressi tecnologici nei dispositivi di sicurezza.

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