Guerra in Ucraina, gli effetti sull’automotive
L’industria dell’auto, già martoriata dalla crisi dei chip e da quella economica causata dal Covid è ora alle prese con gli effetti della guerra in Ucraina: logistici, carenza e rincaro dei materiali.
![Mercato auto in forte calo: a giugno -16% in Europa](https://foto.newsauto.it/wp-content/uploads/2022/06/produzione-auto-fabbrica-automotive-780x470.jpg)
La guerra in Ucraina sta causando conseguenze devastanti in tutti i settori, da quelli civili a quelli economici. L’effetto delle sanzioni e l’aumento dell’inflazione hanno causato pesanti conseguenze anche sul comparto automotive, già profondamente provato dalla crisi economica generata dalla pandemia e da quella dei semiconduttori.
Effetti guerra sull’automotive, quali sono
Gli effetti della guerra in Ucraina sull’automotive si fanno sentire soprattutto sull’industria. Secondo uno studio dell’agenzia Standard & Poor’s Global Mobility è prevista una riduzione di circa 5 milioni di unità sulla produzione globale del biennio 2022-2023.
Le cause sono da ricercare, in primo luogo, nei problemi logistici e nella catena di approvvigionamento che ha generato il conflitto, oltre alle carenze di alcuni componenti critici.
![Linea di produzione nuova Fiat 500 elettrica installazione motore elettrico](https://foto2.newsauto.it/wp-content/uploads/2021/10/Stellantis-Mirafiori-produzione-500-elettrica-6.jpg)
In particolare, in Ucraina vengono prodotti i cablaggi, usati nei veicoli per l’energia elettrica e la comunicazione tra le parti: il Paese ospita 17 stabilimenti dediti a queste produzioni ed è secondo solo a Romania e Marocco, oltre ad essere strategicamente coinvolto insieme alla Polonia nella rotta di sdoganamento e smistamento anche di materie prime e prodotti provenienti dalla Cina. D’altra parte, sul fronte opposto, ci sono gli stabilimenti situati in Russia alle prese con le conseguenze delle sanzioni e della difficoltà dei trasporti.
Effetto guerra sul mercato auto
Di fronte alle difficoltà generate dalla guerra, i produttori stanno dando la priorità alla produzione di vetture di fascia alta (in particolare quelle elettriche o ibride) che offrono maggiori margini di profitto, a sfavore della produzione delle utilitarie e, quindi, a danno delle fasce economicamente più deboli.
Non a caso ci troviamo di fronte ad una crescita del mercato dell’usato, amplificando il fenomeno di una maggiore richiesta di pezzi di ricambio.
![Mercedes-Benz GLC SUV Plug-in-Hybrid in ricarica](https://foto.newsauto.it/wp-content/uploads/2022/06/Nuovo-Mercedes-Benz-GLC-18.jpg)
La domanda riguarda anche prodotti fuori produzione, con i produttori che si trovano quindi a dover eseguire velocemente una revisione di vecchi progetti con tutto ciò che ne consegue anche in termini di delta-test e omologazione after market.
Allarme auto elettriche e ibride
Se, dunque, c’è un orientamento alla produzione di auto ibride o elettriche, anche in questo campo occorre fare i conti con diversi ostacoli. Sia Ucraina che Russia, infatti, sono Paesi fornitori di materiali preziosi per le batterie elettriche.
Il nichel, il cui prezzo è letteralmente impazzito nelle ultime settimane, è utilizzato sia nelle batterie per auto elettriche che nella produzione di acciaio; sono fortissimi anche i rincari che si registrano per cobalto e litio.
![Batteria auto elettriche, qual è la durata minima](https://foto2.newsauto.it/wp-content/uploads/2021/10/Batteria-guasta-riparazione-volkswagen-5.jpg)
Secondo un’analisi di IHS Markit, i costi medi delle batterie per vetture elettriche sono aumentati fino a settemila dollari per veicolo sulla scia dell’invasione russa in Ucraina. Quest’ultima è grande esportatore di gas neon che serve per la produzione di semiconduttori, mentre la Russia fornisce circa un terzo del palladio consumato nel mondo, minerale a sua volta utilizzato nella fabbricazione di chip, la cui carenza è ormai più che nota.
Sanzioni alla Russia effetti sulle fabbriche auto
Per quanto riguarda i singoli marchi l’effetto delle sanzioni alla Russia ha colpito principalmente la Renault, che è stata costretta a vendere la sua quota di maggioranza (67,69%) nella casa automobilistica Avtovaz all’istituto scientifico russo “Russian Central Research and Development Automobile and Engine” stipulando un accordo che include un’opzione di riacquisto futuro.
![Renault in Russia ha venduto le quote di Lada](https://foto2.newsauto.it/wp-content/uploads/2022/06/renault-russia-1.jpg)
Altri marchi invece per effetto della guerra hanno deciso di interrompere la produzione nelle loro fabbriche russe: Mazda ha fermato lo stabilimento di Vladivostok, mentre Mitsubishi quello di Kaluga. Anche Stellantis ha sospeso la produzione nella sua fabbrica di Kaluga.
Auto ucraine distrutte nella guerra
Ma a pagare gli effetti maggiori della guerra sono soprattutto gli ucraini, con le bombe ed i carrarmati russi che hanno portato alla distruzione di quasi 105mila auto ucraine.
![Auto ucraine distrutte nella guerra](https://foto2.newsauto.it/wp-content/uploads/2022/06/auto-distrutta-ucraina.jpg)
Si tratta di un danno enorme che ammonta a quasi 1,6 miliardi di dollari. Donetsk, Kharkiv, Luhansk, Chernihiv e Kiev sono tra le regioni con il maggior numero di auto ucraine distrutte.
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