Crisi, la Speedline licenzia tutti, chiude e delocalizza
La fabbrica Speedline (Ronalgroup) che produce cerchi in lega nel veneziano ha annunciato la chiusura entro il 2022. Oltre 600 lavoratori sono a rischio licenziamento con la chiusura del sito produttivo per delocalizzazione della produzione in Polonia
Prosegue l’emorragia di posti di lavoro nel settore auto. Questa volta a chiudere è la veneziana Speedline, una nota fabbrica che produce ruote in lega leggera e fa parte della multinazionale svizzera Ronal. A perdere il posto di lavoro saranno 600 operai, dopo che l’azienda ha deciso di delocalizzare la produzione in Polonia.
Il caso della Speedline è solo l’ultimo in ordine di tempo. Nei mesi precedenti c’erano stati i licenziamenti tra gli altri di GKN e della Gianetti Ruote.
Licenziamenti Speedline
La fabbrica Speedline (Ronalgroup) di Santa Maria di Sala entro il 2022 verrà chiusa. Nel sito veneziano dove vengono prodotti cerchi in lega sono a rischio licenziamento 600 lavoratori, che diventano 800 calcolando anche l’indotto.
Alla base della decisone c’è quella di risparmiare sui costi attraverso la delocalizzazione della produzione all’estero, probabilmente in Polonia dove i costi del personale (e non solo) sono ad oggi inferiori. La notizia ha gettato nello sconforto i lavoratori, che hanno proclamato uno sciopero di 8 ore.
Licenziamenti e crisi nel settore auto con la transizione energetica
L’allarme occupazionale scuote il mondo dell’automotive, provato dalla crisi economica generata dal Covid e dai costi della transizione energetica.
Le multinazionali che hanno investito in Italia per far fronte ai costi decidono perciò di delocalizzare la produzione in Paesi dove ci sono situazioni economiche e tassazioni più favorevoli, a danno però dei lavoratori italiani.
La sensazione è che il caso della Speedline purtroppo non sarà l’ultimo e che la crisi nel settore auto porti ad altri licenziamenti. La previsione purtroppo è di 60.000 lavoratori a rischio in Italia entro il 2035.
“L’azienda sostiene che l’eccessivo costo della produzione ha portato il gruppo a perdere fatturato negli ultimi due anni – avvertono Fiom, Cgil e Fim Cisl – attiveremo tutte le iniziative possibili per fermare questa decisione, costringere Ronal a cambiare idea e restituire un futuro ai lavoratori e a questo territorio”.
“In gioco ci sono 600 addetti più l’indotto delle piccole e piccolissime aziende che lavorano in esclusiva per Speedline si arriva a circa 800.
L’obiettivo principale è mantenere in attività il sito, con Ronal o qualcun altro – avverte Manuela Musolla della Fiom di Venezia – sarà una trattativa lunga, che deve diventare un caso nazionale, metteremo in campo tutte le iniziative per salvare l’occupazione”.
Licenziamenti per delocalizzazione
La delocalizzazione è quel fenomeno per il quale le aziende scelgono di produrre in Paesi dove il costo del lavoro è più basso. Collegata alla globalizzazione, viene spesso percepita come sfruttamento di popolazioni più deboli.
In realtà la delocalizzazione porta benefici non solo alle aziende che riescono a raggiungere più facilmente l’equilibrio economico e il profitto, ma anche ai consumatori che così possono acquistare prodotti a prezzi inferiori. Basti pensare ai prodotti cinesi di basso costo (e spesso di scarsa qualità). Ma ovviamente tutto questo sempre a caro prezzo per i lavoratori che vengono licenziati a seguito della chiusura delle fabbriche.
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