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Citroën 100 anni, l’origine di un brand rivoluzionario

Tutto ebbe inizio con André Citroën che voleva vendere a un costo accessibile un’automobile prodotta in serie e totalmente equipaggiata

Nel 2019 Citroën celebra 100 anni ma per raccontare la sua storia dobbiamo partire dal 1901 quando il suo fondatore André Citroën intraprese un viaggio in Polonia in cerca di ispirazioni. Da qui il giovane tornò a casa con il brevetto degli ingranaggi a cuspide (in grado di moltiplicare o ridurre grandemente forza e movimento di macchinari anche molto imponenti): è il primo passo verso la fondazione della fabbrica di ingranaggi Citroën (1905). Dallo loro silhouette nascerà successivamente anche il simbolo, entrato nella storia dei 100 anni di Citroën, delle due punte di freccia direzionate verso l’alto (“double chevron”).

L’ESPERIENZA AMERICANA Nel 1908, André viene chiamato da Automobiles Mors per riorganizzare la produzione, che grazie a lui non solo viene razionalizzata ma addirittura decuplicata (da 125 a 1.200 unità all’anno). Nel corso di questa esperienza, studia a fondo i metodi americani di produzione in serie, cogliendone i vantaggi ma anche i limiti.

L’ESPERIENZA DELLA GUERRA Nel 1914 viene mobilitato come tenente di artiglieria. Al fronte si rende conto che la scarsità delle munizioni rappresenta una fragilità per il paese, resa ancora più grave dal fatto che la guerra si è configurata presto come una estenuante guerra di posizione. Mettendo a frutto l’esperienza organizzativa accumulata, André sviluppa il progetto – accettato subito dallo stato – di una fabbrica iper-funzionale in grado di produrre 20.000 granate al giorno.

Nell’arco di 6 settimane, sui terreni in disuso di Quai de Javel vengono costruiti gli stabilimenti, all’avanguardia in ogni aspetto: dall’organizzazione della produzione (in serie secondo il modello taylorista) ai servizi e alle facilitazioni messi a disposizione dei lavoratori (in gran parte donne). La fabbricazione inizia nel giugno del 1915. Nel 1917 la produzione quotidiana sarà di 50.000 granate.

André Citroën
André Citroën

AUTO AD UN COSTO ACCESSIBILE Citroën Automobiles nacque successivamente come progetto d’avanguardia di André Citroën, che aveva l’obiettivo di vendere a un costo accessibile un’automobile prodotta in serie e totalmente equipaggiata.

Dopo l’armistizio (novembre 1918), André Citroën decide di trasformare gli stabilimenti di Javel in una fabbrica di automobili, accessibile nei costi e totalmente equipaggiata. Si tratta di un cambiamento di prospettiva epocale: fino a questo momento, infatti, i costruttori hanno consegnato agli acquirenti solo telai equipaggiati di motore, che bisognava poi far carrozzare. Citroën vuole vendere un’automobile completa di illuminazione, motorino di avviamento elettrico, ruota di scorta: insomma, pronta per partire. Di fatto, è l’atto di nascita dell’auto moderna.

Nei progetti di Citroën, la fabbrica dovrà produrre un unico modello in serie al ritmo di 100 unità al giorno. Un obiettivo estremamente ambizioso basato sulla convinzione che nessuno ha mai proposto un’automobile così, il pubblico ne sarà stupito e il prezzo concorrenziale la renderà accessibile a fette di mercato fino a questo momento escluse. Citroën è convinto che la maggior parte delle persone che, ancora non ci pensa, presto avrà il desiderio o la necessità di un’automobile; è il momento propizio, dunque, per invogliarle all’acquisto, grazie anche a campagne informative adeguate e a un nuovo modo di intendere i punti vendita. Quest’ultimi vengono immaginati come dei veri e propri centri di servizi sparsi in tutto il paese, dove chiedere informazioni, provare e acquistare l’auto ma anche comprare pezzi di ricambio e ricevere assistenza in caso di guasti. In un colpo solo, André Citroën rivoluziona l’idea di automobile e anche il modo in cui viene venduta e raccontata.

LA PRIMA AUTO A marzo del 1919 il primo modello di casa Citroën viene annunciato alla stampa. A maggio escono le prime pubblicità, anche queste una piccola rivoluzione: una pagina intera su tutti i quotidiani di Francia che recita “10HP, la prima automobile francese costruita in grande serie”. Un solo modello, sette versioni – torpedo a tre posti e quattro posti, berlina a tre e quattro posti, sport da città, furgonetta e veicolo per le consegne – al prezzo base di 7.250 franchi, una cifra straordinaria per l’epoca. Il 4 giugno i parigini si accalcano per vedere la Type A nel negozio di automobili Alda degli Champs-Elisées. Dopo un avvio di produzione difficile, lo stabilimento Citroën riesce gradualmente a raggiungere l’obiettivo delle 100 Type A al giorno. Nel 1923 sono 200, l’anno successivo quasi il doppio.

Le Type A – nel frattempo rinominata B2 – vendute dal 1919 al 1924 sono 60.000. A questo successo si aggiunge quello della piccola C3 5HP, presentata al Salone dell’auto del 1921. Nella sua leggendaria verniciatura giallo acceso farà innamorare i francesi, che la soprannomineranno la petite Citron. Il compositore, cantante e fantasista Firzel le dedica addirittura una canzone: «Un p’tit cœur et une Citroën, Y’a rien d’mieux comme ivresse, Car tous les deux à l’unisson, Tournent à la même vitesse» (“Un piccolo cuore e una Citroën, non c’è niente di meglio per inebriarsi, perché entrambi all’unisono, girano alla stessa velocità”). Di questa torpedo a due posti, con la porta dal solo lato passeggero verranno venduti in tre anni 50.000 pezzi.

LA SVOLTA DEL 1924 André Citroën è un vero visionario e – dopo aver cambiato il modo di intendere l’automobile – continua a innovare. Nel giro di pochi anni nascono, così, modelli leggendari come la B12, la Serie Rosalie e soprattutto la Traction Avant.

Citroën Traction Avant

CITROËN B12 Citroën cerca di incoraggiare la diffusione delle berline a scapito delle torpedo perché è convinto che l’automobile sia quasi una seconda casa, un luogo privato: il fatto che sia interamente chiusa – come la versione berlina – incrementa il senso di privacy e personalizzazione del mezzo. L’unico ostacolo dal suo punto di vista è la fragilità del rivestimento in legno e lamiera: per questo motivo nel 1923 si pone come obiettivo il superamento di questo limite. Ancora una volta, come all’epoca di Mors, il primo passo è guardare a quanto di innovativo si sta facendo negli Stati Uniti. La risposta arriva da Edward Gowen Budd, che agli inizi del Novecento ha messo a punto una tecnica di costruzione di carrozzerie in lamiere di acciaio e assemblate con la saldatura.

TUTTO ACCIAIO André acquista da lui sia il brevetto in esclusiva di fabbricazione delle carrozzerie “tutto acciaio”, sia tutti gli strumenti necessari; si avvale, inoltre, dell’aiuto del figlio del costruttore per supervisionare la messa a punto del sistema di produzione. Nonostante le innumerevoli difficoltà di progettazione e sviluppo, la B12 “tutta acciaio” viene presentata al Salone di Parigi del 1925. È un successo immediato che si tradurrà in un successo produttivo con 155.000 veicoli prodotti in un solo anno.

Manifesto Citroën 1923

MOTORE FLOTTANTE 1932 Nel 1932 André Citroën ritorna dagli Stati Uniti ancora una volta con un ricco bagaglio di ispirazioni. Prima fra tutte quella del motore flottante. Acquistandone il brevetto, modernizza ulteriormente le sue auto, che da questa data in avanti saranno tutte dotate questa innovazione, che consiste nel filtrare le vibrazioni del motore interponendo tra quest’ultimo e il telaio dei supporti elastici. Levibrazioni trasmesse alla carrozzeria si riducono così al minimo, incrementando il comfort e la stabilità dei veicoli. 

SERIE ROSALIE 1932 Nella storia dei 100 anni di Citroën arriviamo al Salone di Parigi del 1932 è stata presentata una gamma di modelli completamente rinnovata, presentando 8CV, 10CV e 15CV: robuste grazie alla carrozzeria monoscocca in acciaio, all’avanguardia grazie al motore flottante, eleganti grazie alle forme sinuose.

Arrivano al Salone senza un nome ma nel corso del 1933 vengono ribattezzate Serie Rosalie, in omaggio agli straordinari successi ottenuti, a partire dal 1931, dalle C6 da corsa sul circuito di Linas-Montlhéry. Il pubblico si appassiona alle gesta sportive di César Marchand e del team della Petite Rosalie (così era stata chiamata l’auto). Da qui l’idea, ancora una volta vincente dal punto di vista della comunicazione, di Citroën: rinominare la nuova gamma con il nome dell’auto da corsa più famosa del paese.

Citroën C6 1931

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