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Volkswagen chiude una fabbrica tedesca: è la prima volta

Per la prima volta nella sua storia, Volkswagen chiude una fabbrica tedesca: una decisione dettata dall’esigenza di tagliare i costi

Il Gruppo Volkswagen chiude uno stabilimento tedesco: non era mai successo prima nella sua storia, in 88 anni. Ad andare in pensione è lo storico sito di Dresda. Ossia la Gläserne Manufaktur, la “fabbrica trasparente”, splendida, futuristica, con personale altamente formato, uno dei simboli della presidenza di Ferdinand Piëch nel Land della Sassonia. L’impianto è ricoperto di vetro in stile “Silicon” della “Firenze sull’Elba”, come viene soprannominata la città per le sue architetture barocche e rococò post seconda guerra mondiale. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, ma di una svolta industriale per il Gruppo, alle prese con la domanda debole di auto nuove in Europa, con una transizione elettrica lenta. Una decisione dettata dall’esigenza di tagliare i costi, anche perché il costo dell’energia è altissimo in terra tedesca, evidenzia il “Financial Times”.

Ridimensionamento del personale, Volkswagen sotto pressione

La chiusura si inserisce in un piano più ampio di ridimensionamento concordato coi sindacati, che prevede 35mila esuberi in Germania per il marchio Volkswagen. Il tutto alla luce della revisione al ribasso del piano di investimenti: 160 miliardi nei prossimi cinque anni, contro i 180 miliardi previsti nel periodo 2023-2027.

Dresda, simbolo dell’innovazione e del passaggio all’elettrico da parte del Gruppo, si fermerà domani (martedì 16 dicembre 2025), in un contesto di pressione molto forte sui conti del costruttore: pesano anche la concorrenza degli imbattibili marchi locali in Cina e l’impatto dei dazi statunitensi. Un insieme di fattori che mette sotto stress i flussi di cassa. Attivo dal 2002, il sito tedesco ha prodotto 200mila veicoli: considerando che parliamo di un gigante come VW, sono numeri modesti rispetto ai grandi impianti del Gruppo come Wolfsburg. Nato come vetrina tecnologica con l’assemblaggio della berlina di lusso Phaeton, lo stabilimento doveva essere l’esempio vincente dell’elettrificazione Volkswagen grazie alla produzione della ID.3.

La riconversione di Dresda

Vari Gruppi cinesi volevano mettere le mani sul sito di Dresda, entrando in possesso di conoscenze tecnologiche preziose a un prezzo ragionevole, come spesso fanno in Europa. Ma VW lo darà in affitto all’Università Tecnica per creare un campus di ricerca su intelligenza artificiale, robotica e semiconduttori. Società e ateneo investiranno 50 milioni di euro in sette anni, mentre l’azienda continuerà a utilizzare parte della struttura per le consegne ai clienti e per le attività turistiche.

La splendida e futuristica fabbrica Volkswagen di Dresda chiude: è necessario tagliare i costi
La splendida e futuristica fabbrica Volkswagen di Dresda chiude: è necessario tagliare i costi

A Martorell due piccole elettriche: energia a prezzo basso, che affare

Stando a “Les Echos”, a sud dei Pirenei Volkswagen (a Martorell) scatenerà la prossima offensiva nel mercato delle citycar elettriche. Dal 2026, l’impianto catalano produrrà due piccole vetture a batteria, tra cui la molto attesa ID.Polo, rafforzando il peso strategico nel sistema industriale del Gruppo. Il sito è stato dotato di un edificio dedicato all’assemblaggio delle batterie. Perché la Spagna? Perché qui il costo dell’energia è molto più basso che in Germania. D’altra parte, anche i colossi cinesi puntano forte sul Paese iberico e sull’Ungheria per la stessa ragione: con bollette di luce e gas inferiori, i margini di profitto crescono. 

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