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Tasse Auto Elettriche in Aumento: addio a privilegi e incentivi?

L'elettrico crea "buchi" nei conti pubblici: dalla Norvegia al Regno Unito, i Paesi rivedono i vantaggi fiscali. Cosa succederà in Italia?

Le auto elettriche, da opportunità per la transizione ecologica, stanno diventando un problema di bilanci per molti Paesi. Gli incentivi e la posizione fiscale privilegiata rispetto alle auto termiche, nel lungo periodo, stanno infatti creando buchi nei conti pubblici.

In Norvegia, questo scenario è già realtà: il governo ha dovuto fare i conti con una riduzione del gettito fiscale di quasi 2 miliardi di euro, causata dal boom delle auto a batteria.

Norvegia: il primo campanello d’allarme

In Norvegia, dove le auto elettriche rappresentano oltre il 70% delle nuove immatricolazioni, il boom della mobilità elettrica ha provocato un buco fiscale da 1,92 miliardi di euro.

Finora, i norvegesi non hanno pagato IVA, tasse di registrazione, pedaggi o parcheggi sulle elettriche, e hanno potuto utilizzare le corsie riservate ai mezzi pubblici. Ora però, il governo ha deciso di ridurre gradualmente questi vantaggi:

  • dal 2027 verrà eliminata l’esenzione IVA del 25%,
  • dal 2023 è già tornata l’IVA per le elettriche sopra le 500.000 corone (circa 43.000 euro), con l’intenzione di abbassare ulteriormente la soglia.

Inoltre è stata introdotta una tassa di registrazione basata sul peso del veicolo elettrico, per compensare le perdite fiscali. Parallelamente, aumenteranno anche le accise sui carburanti e la tassa di immatricolazione per le auto a benzina.

Regno Unito: in arrivo la tassa sulla percorrenza per le elettriche

Anche il Regno Unito prevede di tassare le auto elettriche a partire dal 2026 per compensare il calo delle entrate legate alla diminuzione delle vendite di veicoli con motore termico. Nel Regno Unito, la diffusione delle auto elettriche rischia di costare cara allo Stato: entro il 2026 si prevede una perdita di 2,1 miliardi di sterline di gettito fiscale.

Il governo britannico sta valutando di introdurre dal 2028 una tassa di 3 pence per ogni miglio percorso (circa 1,6 km), pari a circa 250 sterline all’anno per automobilista. La misura potrebbe generare entrate per 1,8 miliardi di sterline entro i primi anni del prossimo decennio.

Allo stesso modo, molti altri Paesi europei ed extraeuropei stanno introducendo nuove imposte sulle auto elettriche.

Altri Paesi: addio ai privilegi per le auto elettriche

Anche altri Paesi hanno provveduto a cancellare alcuni privilegi. Ad esempio in Francia, dal mese di maggio 2025 è stata abolita l’esenzione dal bollo per le elettriche, che ora pagano un importo annuale fino a 750 euro in base alla potenza e alla regione, mentre cresce la tassazione su peso ed emissioni dei veicoli termici.

In Germania, il dibattito ha riguardato la ricarica: il governo sta valutando di tassare l’energia elettrica in base ai kWh erogati, come avviene per i litri di carburante, introducendo sistemi di misurazione certificati e contatori intelligenti. Nei Paesi Bassi, le auto elettriche hanno iniziato a pagare la tassa di proprietà: il 25% dal 2025 e il 100% dal 2026, calcolata in base al peso. La Danimarca ha reintrodotto gradualmente le imposte su registrazione e proprietà, puntando alla parità fiscale con le termiche entro il 2030.

Nei paesi extraeuropei ad iniziare degli Stati Uniti, 28 Stati hanno già applicato una tassa annuale di registrazione aggiuntiva (tra 50 e 200 dollari) per compensare la perdita di gettito dai carburanti, mentre altri hanno valutato una “Road-User Charge” basata sui chilometri percorsi.

Tasse alle auto elettriche se ne prevede un aumento
Per favorire l’acquisto di auto elettriche, i governi hanno affiancato agli incentivi significativi vantaggi fiscali

In Cina, dopo 15 anni di incentivi, il nuovo piano quinquennale non ha più incluso le auto elettriche tra i settori strategici, segnando la fine dei sussidi pubblici. Anche la Nuova Zelanda ha abolito l’esenzione dalla tassa sulla percorrenza: le elettriche hanno iniziato a pagare 76 dollari ogni 1.000 km, come i diesel, mentre le ibride plug-in hanno versato la metà.

In Islanda invece è stato introdotto un canone chilometrico di 6 corone (4 centesimi di euro) al km e l’IVA è aumentata dal 24% al 25,5%.

Auto elettriche in Italia: fino a quando i privilegi fiscali?

Questo scenario si presenterà anche in Italia? Nell’eventualità lo Stato dove andrebbe a recuperare il mancato gettito fiscale? In ogni caso la posizione di privilegio fiscale dell’auto elettrica, con l’aumentare della sua quota di mercato, potrebbe diminuire. Oggi, le Regioni incassano circa 7 miliardi di euro l’anno dal bollo auto, da cui però i veicoli elettrici restano esenti per cinque anni: nei successivi la tassa sul bollo è mediante scontata del 75% rispetto ad un motore termico.

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