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Storia di una Ferrari sepolta in giardino: furto simulato?

Una storia complicata di una Ferrari Dino 246 GTS seppellita in giardino, probabilmente rubata, riesumata e restaurata: tornata in vita e circolante!

AUTO SEPOLTA Una Ferrari Dino 246 GTS verde con sedili Daytona e ruote Campagnolo conservata in maniera ottimale come la mummia di un Faraone o almeno così hanno dichiarato gli agenti di polizia alla stampa!
Stiamo parlando di una curiosa storia d’auto, un caso della Dino trovata sepolta sotto terra e riesumata nel 1978 nel cortile di una casa di Los Angeles.

STORIA FERRARI SEPOLTA IN GIARDINO A scoprire la Ferrari sepolta in giardino è stato un bambino mentre stava scavando una buca profonda, armato di secchiello e paletta: ad un certo punto ha trovato un oggetto duro in ferro: una bomba? Un tesoro dal valore incredibile? Allarmato ha chiamato subito i genitori: continuando a scavare hanno scoperto la Ferrari Dino sepolta! Si trattava di una Dino 246 GTS verde con sedili Daytona e ruote Campagnolo conservata in maniera ottimale come la mummia di un Faraone ( o almeno così hanno dichiarato gli agenti di polizia alla stampa). Che male avrà mai fatto questa Supercar per meritarsi questo? Ma soprattutto, come ci è finita lì sotto? Scopriamone la storia.

Ferrari Dino 246 GTS seppellita furto simulato

La storia di questa spettacolare supercar italiana inizia nell’ottobre del 1974 quando venne acquistata dal suo primo intestatario il Sig. Rosendo Cruz, idraulico sudamericano residente nei pressi di Los Angeles. Egli volle comprare la Ferrari Dino come regalo di compleanno per la moglie e firmò un assegno di 22.500 $ a favore di una prestigiosa concessionaria Ferrari, la Hollywood Sport Cars, che annoverava tra i suoi clienti alcuni famosi VIP dell’epoca tra cui Steve McQueen, tanto per citarne uno.

Ferrari Dino 246 GTS scomparsa furto simulato

FURTO FERRARI Due mesi dopo, esattamente il 7 dicembre del 1974, il Sig. Cruz e consorte si recarono in un locale di Los Angeles per festeggiare l’anniversario di matrimonio. Doveva essere un serata romantica e spensierata ed invece, all’uscita, i signori Cruz si trovarono davanti un’amara sorpresa. La Dino era sparita nel nulla! Cruz denunciò il furto ma gli agenti sospettarono subito di lui in quanto quella sera aveva parcheggiato la vettura in strada e non nel parcheggio custodito del locale (comprensibile, quale sano di mente lascerebbe una vettura del genere incustodita lungo la strada?!). Rosendo dichiarò che preferì lasciarla lungo la carreggiata intimorito dallo sguardo del giovane parcheggiatore del locale che sembrava puntare con troppo interesse la “Rossa” verde smeraldo e, temendo qualche sua bravata, decise di non affidargli le chiavi.

FURTO SIMOLATO Posteggiatore o no, la Dino scomparve in ogni caso. Alcuni sostenevano che Cruz avesse reclutato dei ragazzi incaricati di rubare e distruggere la Ferrari per riscuotere il premio assicurativo. Ma gli agenti non riuscirono mai a trovare le prove che potessero confermare la frode e quindi l’uomo ricevette dall’assicurazione il risarcimento per l’intero importo speso all’acquisto. Con il grosso dubbio di un furto simulato!

Ferrari_Dino_246_GTS_front

AUTO RIESUMATA Alla notizia della esumazione Rosendo si mostrò realmente stupito ma dichiarò di non essere più interessato alla vettura che venne quindi consegnata nelle mani della compagnia di assicurazioni che lo risarcì 4 anni prima. Dagli anni ’80 fino ai giorni nostri della Dino non si seppe più nulla fino a quando un giornalista di Jalopnik, un noto sito web automobilistico statunitense, deciso a scoprire dove fosse finita la famosa 246 GTS sepolta si mise sulle sue tracce con in mano solo un indirizzo approssimativo e un nome incorretto del detective che seguì il caso negli anni ’70.

FERRARI ASTA Questa Ferrari Dino riesumata è stata poi messa all’asta dalla società assicurativa alle stesse identiche condizioni del ritrovamento avvenuto del ‘78. Ad aggiudicarsi la Ferrari all’asta fu Ara Manoogian, un imprenditore immobiliare della zona. Il caso ha voluto che Brad si trovasse nell’ufficio di Manoogian per questioni di lavoro quando lo sentì conversare al telefono con un meccanico riguardo il restauro della Dino. A dire tutta la verità, quella povera auto non era affatto in buone condizioni come era stato dichiarato: i suoi 21 strati di vernice (esattamente 14 di primer e 7 di colore) erano puntinati di ruggine che si era diffusa ovunque intaccando anche gli eleganti interni. Non solo, le ruote Campagnolo erano state pesantemente aggredite dal processo di erosione per non parlare della guarnizione del coperchio dell’albero motore completamente maciullata.
I doppi scarichi erano intasati dal fango e, a causa del trascinamento durante l’esumazione, il cofano era stato parzialmente schiacciato e il parabrezza rotto. Persino per mamma Ferrari il restauro sembrava una idea totalmente ridicola.

Alla fine si scoprì che la Dino esisteva ancora e non aveva fatto molta strada. Incredibilmente l’attuale proprietario, Brad Howard, risiede a pochi isolati dal luogo del ritrovamento.

A quel punto, mosso dalla sua forte passione il Cavallino, Brad gli propose di acquistarla per 9000 $ e l’imprenditore gliela vendette. Brad non perse tempo e telefonò subito a Giuseppe Cappalonga, all’epoca considerato come il Guru americano del Cavallino Rampante di tutta la West Coast, che accettò di restaurare completamente la Dino.
RESTAURO FERRARI In pochi mesi la supercar tornò al suo immenso splendore come appena uscita dai cancelli di Maranello. L’unica cosa che Brad cambiò fu la targa che essendo stata radiata nel 1974, venne commissionata con l’ironica dicitura “DUG UP” (letteralmente tradotto in “scavato su”).

SECONDA VITA Dagli anni ’80 ad oggi la Dino corre ancora da vera purosangue sulle colline di Los Angeles partecipando a molti raduni di auto storiche con tutta la documentazione della sua tormentata ed incredibile storia.

DUBBI SUL FURTO SIMULATO I dubbi sul furto permangono e la verità sui fatti non la sapremo mai. A me piace pensare che Cruz fosse realmente innamorato della moglie e decise di fare una follia per amor suo. Ma presto si accorse che questa pazzia gli era costata troppo cara e decise di ingaggiare due delinquenti per pochi spicci affinché smembrassero la Dino al fine di riscuotere il premio dall’assicurazione che gli serviva per non finire sul lastrico.

Meglio quindi sotterrare con cura la vettura nel giardino di una casa disabitata in attesa di riportarla alla luce nel momento opportuno. Ora per la Dino l’incubo è terminato e dorme tranquilla al caldo di un garage con un proprietario che se ne prende cura con amore e passione.

Ma la 246 GTS dotata di un motore V6 da 2,4 litri e caratterizzata dalle linee sinuose e dinamiche era una di quelle auto che esaltava l’anima di chiunque la guidasse. Era la Biancaneve delle supercar, più ascoltavi il canto del suo motore e più cresceva il desiderio di possederla e domarla.

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