Freni a tamburo sulle auto elettriche, brevetto Stellantis per l’Euro 7

Stellantis brevetta un nuovo sistema di freno a tamburo con rivestimento magnetico per ridurre le polveri sottili e rispettare la normativa Euro 7.

La tecnica automobilistica, con l’arrivo della normativa Euro 7, torna al passato ed utilizza i classici freni a tamburo. A differenza dei freni a disco, infatti, i tamburi hanno la capacità di trattenere meglio le polveri sottili, diventate oggi uno dei punti centrali della nuova regolamentazione europea sulle emissioni.

Naturalmente, non stiamo parlando dei tamburi di qualche decennio fa: la tecnologia si è evoluta. Proprio in questa direzione si inserisce l’innovazione di Stellantis, che ha brevettato un freno a tamburo di nuova generazione. La novità sta in un rivestimento magnetico interno, capace di catturare e trattenere le particelle metalliche prodotte durante la frenata.

Un’idea semplice ma ingegnosa, che sulla carta permette di risolvere due problemi in un colpo solo: rispettare i severi limiti imposti da Euro 7 e garantire maggiore affidabilità alle auto elettriche, dove i freni posteriori sono spesso soggetti a corrosione e usura irregolare.

Il rivestimento magnetico dei tamburi riduce le polveri sottili, come da normativa Euro 7

Il freno a tamburo offre una struttura chiusa, naturalmente protetta da agenti esterni e quindi meno soggetta a corrosione. Stellantis ne ha evoluto il concetto introducendo un rivestimento magnetico interno che trattiene le particelle metalliche generate dall’attrito. Le polveri restano così intrappolate all’interno del sistema e possono essere rimosse in fase di manutenzione ordinaria, garantendo un abbattimento delle emissioni e maggiore affidabilità.

Inoltre su un’auto elettrica, le ganasce dei freno a tamburo magnetico hanno una durata molto più lunga, che può arrivare tranquillamente oltre i 150.000 km. In più, la frenata rimane sempre costante e silenziosa: niente vibrazioni, niente fischi. Anche l’integrazione con il freno di stazionamento elettrico (EPB) è più semplice, perché il meccanismo si inserisce direttamente nel tamburo senza bisogno di motorini esterni aggiuntivi.

I freni a tamburo sulle auto elettriche, si notano le ganasce ed il pistoncino che le aziona

Va specificato che la soluzione del freno a tamburo viene adottata solo per l’asse posteriore. Davanti restano i dischi, indispensabili perché l’asse anteriore sopporta fino all’80% della frenata, accumula calore e ha bisogno di un sistema aperto che si raffreddi in fretta. Dietro, invece, dove i freni lavorano meno ma soffrono molto di corrosione, il tamburo magnetico è una soluzione percorribile ad ancora attuale.

Freni per la normativa Euro 7

La normativa Euro 7 impone limiti stringenti anche alle emissioni dei freni: dal 2025 non oltre 7 mg/km di polveri sottili, soglia che scenderà a 3 mg/km dal 2030, con controlli effettuati tramite test standardizzati. Le regole valgono per tutti i veicoli, comprese le auto elettriche, che pur senza scarico producono comunque particolato in frenata.

Proprio sulle elettriche entra in gioco la frenata rigenerativa, che riduce l’uso dei freni meccanici. Se da un lato questo sembra un vantaggio, dall’altro genera criticità: i dischi posteriori tendono ad arrugginirsi, l’usura diventa irregolare e si manifestano vibrazioni indesiderate, mentre i freni anteriori, più sollecitati, restano meno coinvolti da questi problemi.

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