BYD scavalca i dazi UE sulle auto elettriche in due modi leciti
I colossi cinesi si stanno organizzando per costruire le auto elettriche fuori dalla Cina in modo da aggirare i dazi dell’Unione Europea. BYD passa dalla Thailandia e prossimamente dall'Ungheria

Doppia mossa astuta del gigante cinese BYD per scavalcare in modo lecito gli extra dazi sulle auto elettriche, imposti dall’Unione Europea sulle BEV costruite in Cina ed esportate nel Vecchio Continente: semplice, costruire le auto elettriche fuori dal territorio cinese. Ecco due soluzioni di BYD. La prima è produrre le full electric in Thailandia per spedirle in Europa; la seconda è costruire le auto elettriche in Ungheria, nella nascente fabbrica in terra magiara.
→ La fabbrica BYD in Thailandia
→ La nuova fabbrica BYD in Ungheria
Come BYD scavalca i dazi UE sulle auto elettriche
Tutto in regola, è un diritto della UE di agire in base alle normative. Questi dazi aggiuntivi si applicano esclusivamente alle auto elettriche (BEV) prodotte in Cina e non alle auto elettriche prodotte da marchi cinesi in altri Paesi o continenti. Per cui le BEV sbarcheranno all’inizio dalla Thailandia in Germania e Belgio (e Regno Unito). Pertanto il quadro è completo: fabbriche di BYD fuori dalla Cina, nave cargo sua, e il gioco è fatto!
Fabbrica BYD in Thailandia
La fabbrica BYD si trova nella provincia di Rayong, a sud-est di Bangkok, aperta a luglio 2024. Capacità annua di 150.000 veicoli: già 900 Dolphin sono salpate verso il Vecchio Continente a bordo della nave cargo Zhengzhou. La fabbrica è stata ufficialmente inaugurata il 4 luglio 2024. L’avvio della produzione in Thailandia ha segnato un passo importante nella strategia di espansione globale dell’azienda.
L’investimento per la costruzione dell’impianto è stato di circa 453 milioni di euro (490 milioni di dollari). L’impianto produce sia veicoli elettrici a batteria (BEV) che ibridi plug-in (PHEV) e ha un ruolo strategico non solo per il mercato thailandese, ma anche come “hub” di esportazione per l’intera regione del Sud-est asiatico e persino verso l’Europa. La fabbrica opera con il sistema di assemblaggio CKD (Completely Knocked Down), inviando i veicoli in kit da assemblare localmente, una strategia usata per aggirare i dazi UE e servire sia il mercato tailandese sia l’esportazione verso l’Europa e il Sud-Est Asiatico.
La nuova fabbrica BYD in Ungheria (e Turchia?)
Dopodiché, BYD ha già messo le basi per scatenare l’offensiva dall’Ungheria dove il governo ungherese garantisce varie condizioni favorevoli al Celeste Impero, specie l’energia a basso costo.
La fabbrica sorgerà a Seghedino (Szeged), nel sud dell’Ungheria. L’investimento totale previsto per l’impianto è significativo, con stime che superano i 4 miliardi di euro. Lo stabilimento è stato progettato per una capacità produttiva iniziale di 150.000 veicoli all’anno. I primi modelli che verranno prodotti saranno veicoli elettrici puri (BEV) e anche ibridi plug-in (PHEV), con particolare attenzione ai modelli popolari come la BYD Dolphin, la BYD Seal U e la BYD Atto 3.
Inizialmente, l’avvio della produzione in Ungheria era previsto per la fine del 2025. Secondo recenti indiscrezioni, BYD starebbe valutando di posticipare l’inizio della produzione di massa al 2026 e di far operare lo stabilimento a una capacità ridotta per i primi due anni.
La fabbrica BYD in Turchia
Questo potenziale rallentamento in Ungheria sembra essere legato a una riconsiderazione delle strategie globali di BYD, che starebbe invece accelerando i piani per un altro stabilimento in Turchia, dove il costo della manodopera è inferiore e le dinamiche di produzione potrebbero essere più favorevoli.
L’idea è quella di formare un triangolo d’oro con la componentistica italiana di altissimo livello, ammirata in tutto il mondo. Affinché l’indotto prosperi, urgono aziende grandi che chiedano forniture. E coi giganti cinesi, affamati di quote mercato sul pianeta, tutto è possibile. Di cui anche Germania e Italia avrebbero tanto bisogno, essendo l’automotive straordinariamente energivora. E magari dalla Turchia.
Per Ke Yubin, direttore generale di BYD Thailandia, «l’esportazione in Europa delle Dolphin prodotte a Rayong rappresenta un passo avanti nella strategia di globalizzazione del gruppo, sottolineando il ruolo fondamentale della Thailandia nella filiera globale dei veicoli elettrici».
Produttori cinesi all’attacco con fabbriche fuori dalla Cina
Da segnalare che la cinese Changan ha comprato terreni per creare una fabbrica a Bangkok dove produrre le elettriche. Xpeng si sta orientando, a caccia del posto giusto dove piazzare uno stabilimento efficiente in Europa. Non solo: la stessa BYD sta pianificando un altro sito in Malaysia.