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Autovelox: non basta la comunicazione, serve l’omologazione

Il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “A ottobre 2025 utilizzabili solo gli autovelox comunicati”. Tuttavia, resta il problema dell’omologazione

Il caos degli autovelox non omologati sembra destinato a non placarsi. Per comprendere la situazione, è necessario distinguere i recenti annunci politici dalle disposizioni legali vincolanti.

Di recente, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato in un question time al Senato: “A ottobre 2025 utilizzabili solo gli autovelox comunicati. L’annuncio segue il lancio, avvenuto ad aprile, del primo censimento nazionale dei misuratori. L’obiettivo del Ministero è ottenere un quadro chiaro della situazione italiana attraverso una mappatura, che sarà propedeutica alla definizione del nuovo schema di decreto sui requisiti di omologazione degli autovelox.

Tuttavia, il requisito fondamentale non cambia, come imposto dall’articolo 142 del Codice della Strada, comma 6: “Per la determinazione dell’osservanza dei limiti di velocità sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate”.

Censimento Autovelox: la mappatura del Ministro Salvini

Salvini ha sottolineato che l’iniziativa è volta a portare ordine: “Non c’è Fleximan qui sui banchi dei ministri, c’è solo chi da quasi tre anni sta cercando di portare un po’ di ordine e semplificazione sulle strade italiane. Quel che non è tollerabile è che venga usato il tema della sicurezza per fare cassa sulla pelle di chi ogni giorno si alza la mattina per andare a lavorare”.

Il Ministero ha lanciato un’operazione trasparenza per colmare una lacuna incredibile: l’assenza di una mappatura nazionale degli autovelox. A tal fine, è stata istituita una piattaforma telematica per la raccolta dei dati. Gli enti locali avranno tempo fino a ottobre per registrare i dispositivi presenti sul proprio territorio. In assenza di tale comunicazione, gli autovelox non comunicati non potranno più essere usati per accertare violazioni al Codice della Strada.

L’Omologazione: requisito improrogabile per il Codice della Strada

A dispetto delle procedure di mappatura, la Cassazione ha continuato a far prevalere le ragioni degli automobilisti, annullando le multe elevate con autovelox non omologati.

Non è sufficiente, infatti, la semplice approvazione dei dispositivi. Sebbene alcune circolari ministeriali abbiano confuso le due procedure, tali atti sono di rango inferiore rispetto alla legge e, soprattutto, rispetto alle decisioni vincolanti della Cassazione.

La differenza è sostanziale:

  • Approvazione: una procedura facile, veloce e ultra low cost.
  • Omologazione: una procedura scientifica, lenta e costosa, che certifica il corretto funzionamento e la taratura metrologica dell’apparecchio, emanata dal Ministero delle Imprese.

La Cassazione conferma: senza Omologazione, la multa è nulla

Con una decina di ordinanze emesse nell’ultimo anno e mezzo, la Cassazione ha ribadito che il requisito dell’omologazione è fondamentale e non sostituibile con la sola approvazione. Questa posizione giurisprudenziale vincola i Giudici di Pace, portando spesso gli automobilisti a vincere i ricorsi contro i Comuni.

Il Futuro degli Autovelox: mappatura, Decreto e nuovi obblighi

Una volta completata la mappatura, si renderà necessario il decreto di omologazione. Solo dopo questo passaggio i Comuni potranno mettersi in regola.

In futuro, dunque, gli enti avranno un doppio obbligo:

  1. Comunicare la posizione dell’autovelox tramite la piattaforma.
  2. Provare che quello strumento sia effettivamente omologato, come richiesto dalla legge.

Finché questo secondo passaggio non sarà completato per tutti i dispositivi, la Cassazione continuerà a ribadire il concetto: senza omologazione, l’accertamento della violazione è nullo.

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