Totani alla Dakar 2026, al via con il buggy Optimus Evo 5 del team MD Rallye Sport
Silvio e Tito Totani tornano alla Dakar 2026 a bordo dell’Optimus Evo 5, un buggy a due ruote motrici del team francese MD Rallye Sport.

Dopo l’edizione 2024, diventata un simbolo internazionale di solidarietà, Tito e Silvio Totani si preparano a tornare nel deserto saudita per partecipare alla Dakar. Nel gennaio 2026 affrontano la loro sesta partecipazione al rally-raid considerato uno dei più difficili al mondo. Questa volta lo fanno a bordo della Optimus Evo 5 del team francese MD Rallye Sport, un mezzo che segna un avanzamento tecnico significativo nella loro storia sportiva.
Fratelli Totani alla Dakar 2026
I fratelli Totani affrontano la Dakar 2026 al volante della Optimus Evo 5, un buggy di ultima generazione sviluppato per la categoria T1+.
Il veicolo è caratterizzato da un telaio tubolare ultraleggero, da una trasmissione sequenziale a 6 rapporti e da sospensioni a lunga escursione, elementi progettati per garantire stabilità e assorbimento degli urti nelle condizioni più severe del deserto. La motorizzazione prevede un V8 aspirato da circa 400 CV, configurato per offrire un’erogazione lineare e affidabile sulle lunghe distanze.

Dopo le ultime edizioni disputate con la Nissan Patrol GR Y62, soprannominata “Tanit”, la scelta della Evo 5 rappresenta per i Totani un cambio di approccio tecnico, con l’obiettivo di utilizzare un mezzo più adatto alle specifiche richieste delle moderne competizioni Dakar.
Caratteristiche tecniche spiegate dai fratelli Totani
“È una macchina nata per la Dakar: estrema, potente, ma anche incredibilmente equilibrata. Quest’anno non partiamo solo per arrivare in fondo: vogliamo misurarci con i migliori e portare in alto i colori dell’Abruzzo e dell’Italia – sottolineano i fratelli Totani – il vecchio Patrol – ci dice Silvio Totani– è una macchina di serie preparata per poter correre in queste gare di cross country; ha ponti rigidi e telaio. Questo nuovo MD OPTIMUS five, che è l’ultima evoluzione, è un due ruote motrici. È una macchina con il telaio tubolare realizzato direttamente da MD; anche le sospensioni sono realizzate da MD. Ha solo quattro ammortizzatori, quindi si risparmia anche sul peso. Il motore è posteriore, come anche il cambio.
Il motore è un V8 da 6.200 cc a iniezione diretta che eroga 450 cavalli. Anche se poi dovremmo montare la flangia da 40 mm, perderemo sicuramente una cinquantina di cavalli abbondanti. Il cambio è un innesti frontali a sei marce della SADEV, facilmente smontabile. Essendo un due ruote motrici, abbiamo il limite di peso a 1.600 kg (non possiamo andare al di sotto), e vediamo che è anche molto leggera. Abbiamo anche lo sgonfia/gonfia. La differenza fra le due motrici e le quattro motrici qual è? Il limite di peso è 1.600 kg al posto di 2.000 kg. E le quattro motrici non possono avere lo sgonfia/gonfia, mentre noi lo abbiamo sulle ruote posteriori. Dall’interno dell’abitacolo possiamo schiacciare i vari tasti e variare la pressione anche mentre viaggiamo, automaticamente, sia per gonfiare che per sgonfiare.

Il vantaggio è il peso. Il vantaggio è la leggerezza della macchina in generale, e anche la larghezza. La macchina è larga 2,20 metri, monta le ruote da 37 pollici e ha delle escursioni sospensioni pazzesche. Mentre prima, appena vedevi un dosso, dovevi rallentare, entrarci dentro e uscire, con questa, quando vedi il dosso, scali marcia, acceleri, ti si alza il muso e ci passi sopra in velocità, come se stessi guidando una moto. È totalmente un altro pianeta! Il limite di questa macchina qual è? Chiaramente, essendo due ruote motrici, devi sempre guidarla con il piede leggero; non puoi accelerare al massimo in uscita di curva come faresti con le quattro motrici, perché altrimenti la macchina si attraversa sempre e perdi tempo.
Così come quando ci sono salite o grandi dune: chiaramente se hai quattro ruote sei avvantaggiato anche se c’è sempre il maggior peso dalla sua parte. In Marocco c’erano 50 macchine: le prime 25 erano tutte quattro motrici, dal venticinquesimo posto in poi iniziano a partire le due motrici, perché comunque le quattro ruote motrici vanno più forte”.
Totani protagonisti alla Dakar 2024
L’episodio che più ha contribuito alla notorietà dei due fratelli Totani alla Dakar risale all’11 gennaio 2024. Nel mezzo di una tappa complessa, quando ogni secondo poteva fare la differenza nella classifica, scelsero di fermarsi per aiutare un camion ribaltato e bloccato nella sabbia. Il video del loro intervento, diventato virale, mostrò un lato spesso trascurato della Dakar: la priorità alla sicurezza e all’aiuto reciproco. Molti media internazionali identificarono in quel momento un esempio concreto dello spirito che anima questa competizione.
Chi sono i Fratelli Totani
Le esperienze dei due fratelli convergono nella Dakar ma nascono da strade diverse. Silvio, dopo gli esordi nell’enduro, ha partecipato a competizioni come Rally di Sardegna, Rally di Grecia e Pharaons Rally. Tito, vincitore giovanissimo del Campionato Italiano Velocità Fuoristrada, ha affrontato la Dakar anche come assistenza veloce. Entrambi hanno trasformato il rally-raid in un terreno di confronto costante con se stessi e con il deserto.
Il rapporto dei Totani con la Dakar affonda le radici negli anni e non si limita a un singolo episodio. Nel 2012, quando la gara attraversava ancora il Sud America, fu l’unico equipaggio italiano a completare il percorso tra Cile, Argentina e Perù.
Nel 2022, in Arabia Saudita, raggiunsero il 60° posto assoluto, diventando primi tra gli equipaggi italiani in gara. Le loro partecipazioni, dal 2011 al 2026, rappresentano un itinerario fatto di deserti, trasferimenti e imprevisti meccanici, sempre accompagnati dai valori abruzzesi di determinazione e rispetto.
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