Abolizione del Superbollo, come e quando sarà eliminato, il piano del Governo
Il 2025 potrebbe essere l’anno decisivo per l’abolizione del superbollo auto. Dopo anni di promesse e rinvii, la volontà politica sembra finalmente esserci, con un piano illustrato dal Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.

Durante l’Automotive Dealer Day di Verona, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini è tornato a parlare dell’abolizione del superbollo, l’imposta aggiuntiva che grava sui veicoli con potenza superiore a 252 CV (con un costo di 20 euro per ogni kW eccedente i 185 kW). Una misura da tempo discussa, fin dall’inasprimento adottato nel 2012 dal Governo Monti, e mai realmente affrontata con decisione dai governi precedenti.
Superbollo sulle auto sportive
Il Superbollo è quella tassa iniqua voluta dal Governo Monti per colpire i possessori di auto ad alte prestazioni, con potenza superiore ai 252 CV (20 euro per ogni kW oltre i 185), ma che negli anni si è rivelata inefficace e poco redditizia, generando un gettito limitato a fronte di alti costi di riscossione. Inoltre, ha avuto effetti negativi sull’industria automobilistica, incentivando l’esportazione di veicoli di lusso e riducendo le vendite nel mercato interno.
Il piano del Governo per abolire il Superbollo
Il governo sta valutando due ipotesi di modifica, che prevedono un innalzamento della soglia di potenza oltre la quale si applica il superbollo, con l’obiettivo di alleggerire il carico fiscale su determinate categorie di auto.
La prima ipotesi prevede che il superbollo venga pagato solo per le auto con una potenza superiore a 200 kW. In questo caso, il gettito scenderebbe a 214 milioni, con una perdita per l’Erario di 54 milioni di euro. La seconda ipotesi spinge la soglia ancora più in alto, a 225 kW, con una perdita stimata di 116 milioni.
Le simulazioni tecniche tengono conto anche degli effetti positivi che una rimodulazione potrebbe generare. Infatti, riducendo o eliminando la tassa per molte auto, si prevede un aumento delle vendite: nella prima ipotesi si stimano oltre 7.000 immatricolazioni aggiuntive, che porterebbero 130 milioni di IVA in più; nella seconda, oltre 12.000 nuove targhe e oltre 230 milioni di entrate IVA. In entrambi i casi, dunque, le entrate aggiuntive derivanti dalla ripresa del mercato automobilistico supererebbero le perdite iniziali.
Eliminazione del Superbollo: cosa prevede il piano di Salvini
“Abbiamo le idee chiare sul superbollo, che vale circa 200 milioni di euro all’anno – ha dichiarato il Ministro Matteo Salvini all’Automotive Dealer Day di Verona – il problema non è trovare 200 milioni di copertura: possiamo recuperarli immediatamente con un decreto ministeriale. Se vogliamo procedere in due o tre step, facciamolo gradualmente, così da evitare critiche – che comunque ci saranno.

Ho parlato con il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, che sta già lavorando sul tema. Contiamo di chiudere prima dell’estate. L’obiettivo è eliminare il superbollo, ma possiamo procedere in modo progressivo, con modifiche che riguarderanno le fasce di applicazione: alzeremo la soglia dei cavalli oltre la quale si applica l’imposta.”
Abolizione superbollo: “Una battaglia di buonsenso”
Dalle parole del Ministro sembrerebbe che il 2025, dopo tante promesse disattese, possa finalmente essere l’anno buono per l’abolizione definitiva del superbollo. Le intenzioni del leader della Lega sono condivise anche dalla maggioranza del Governo Meloni, come confermato in una nota dall’Onorevole Riccardo Augusto Marchetti, della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati:
“Apprendo con grande soddisfazione le dichiarazioni del Ministro Matteo Salvini, che confermano la volontà del Governo di Centrodestra di procedere al superamento graduale del superbollo, con l’obiettivo finale della sua completa abolizione: si tratta di un passo importante verso la giustizia fiscale e il rilancio del comparto automotive italiano. Fin dal 2019 ho portato avanti con orgoglio e determinazione questa battaglia, presentando una proposta di legge per l’eliminazione del superbollo, che ho poi ripresentato nel gennaio 2023, quando ho avviato un’interlocuzione costante e fattiva con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con le case automobilistiche, per arrivare ad un’intesa che determinasse l’abolizione di questa imposta iniqua.
Nel corso di questa legislatura ho presentato anche un emendamento, approvato, in delega fiscale, sempre con la stessa finalità: abolire il superbollo. La maggiorazione ha determinato solo perdite in termini di minor gettito, a scapito delle Regioni e delle Province, e un danno inquantificabile a tutto il comparto automobilistico nazionale”.

Chi ritiene che il superbollo sia una tassa ‘dei ricchi’, fa un grave errore di valutazione: ci sono migliaia di appassionati, anche tra i più giovani, che si ritrovano vessati da questa tassa iniqua o che devono rinunciare all’acquisto di un’auto, sia pure usata, a causa della maggiorazione, mentre i più abbienti riescono magari a immatricolare le auto all’estero eludendo così il superbollo.
Ogni anno lo Stato perde decine di milioni di euro in mancato gettito IVA, IPT, bollo ordinario e assicurazioni, a causa delle immatricolazioni di veicoli ad alte prestazioni tramite società estere: auto che circolano sulle nostre strade senza lasciare un euro alle casse pubbliche. Paradossalmente, auto elettriche con potenze superiori ai 1.000 cavalli non pagano né bollo né superbollo, mentre un appassionato che acquista un’auto termica sportiva, anche usata e con qualche anno sulle spalle, si trova a pagare una sovrattassa annuale del tutto sproporzionata.
Vantaggi dall’abolizione del superbollo
Con l’abolizione del superbollo si libererebbe un potenziale enorme in termini di nuove immatricolazioni, riattivando il mercato del nuovo e dell’usato e generando un effetto volano per l’intero indotto: IVA, bollo, assicurazioni, manutenzione, officine, ricambi, revisioni e posti di lavoro nel settore automotive: “L’Italia è la terra dei motori e qui vengono realizzate automobili di grandissimo pregio che, a causa del superbollo, hanno registrato una consistente diminuzione nelle vendite nel nostro Paese o, appunto, l’immatricolazione tramite società di leasing all’estero – conclude Marchetti – il crollo del valore di questi veicoli compromette in modo considerevole il mercato dell’usato e scoraggia l’acquisto del nuovo. Ringrazio il Ministro Salvini per l’impegno profuso e per aver accolto le istanze che ho portato avanti con coerenza e determinazione”.