Land Rover Defender Dakar 2026, caratteristiche e modifiche della nuova Defender D7X-R

La Defender Dakar D7X-R debutta a gennaio alla Dakar e partecipa all’intero Campionato del mondo Rally Raid 2026. Derivata dalla Defender OCTA di serie, corre nella categoria Stock.

La Land Rover ha presentato ufficialmente la nuova Defender Dakar D7X-R, versione da competizione per il Campionato del Mondo Rally Raid 2026 nella categoria Stock.

Il modello arriva dopo oltre 6.000 km di test in fuoristrada e fa il suo debutto al Rally Dakar 2026, in programma dal 3 gennaio in Arabia Saudita. Alla guida ci sono equipaggi di alto profilo: Stéphane Peterhansel e Mika Metge, Rokas Baciuška e Oriol Vidal, Sara Price e Sean Berriman.

Land Defender Dakar D7X-R, dimensioni, modifiche da competizione

Derivata dalla Defender Octa di serie, la D7X-R mantiene l’architettura originale ma introduce una serie di modifiche pensate per affrontare le condizioni estreme dei rally raid. Le dimensioni sono imponenti: la vettura misura 4.813 mm di lunghezza e 2.015 mm di altezza, con un passo di 3.023 mm che contribuisce alla stabilità nei tratti veloci.

Per garantire una migliore tenuta sul terreno, le carreggiate sono state allargate fino a 1.832 e 1.828 mm, ovvero quasi 13 centimetri in più rispetto alla Defender 110.

Dettagli delle sospensioni posteriori

Anche l’assetto è stato rivisto in chiave off-road: l’altezza da terra raggiunge i 370 mm, mentre gli angoli d’attacco e di uscita, rispettivamente di 47,5° e 44,5°, permettono al veicolo di superare ostacoli, dune e pietraie senza difficoltà.

Dentro, lo spazio è pensato per l’equipaggio e per tutto ciò che serve durante una gara di questo tipo. Oltre al navigatore regolamentare Fia e all’head-up display, ci sono i sedili con cinture a sei punti e gli spazi dedicati al materiale essenziale: tre ruote di scorta, otto litri d’acqua, attrezzi, ricambi e perfino martinetti idraulici per rialzare rapidamente il veicolo in caso di foratura.

La livrea della Land Rover Defender Dakar D7X-R

La livrea scelta per la D7X-R si chiama Geopalette ed è un omaggio ai colori della Dakar: tonalità sabbia e pietra che richiamano i paesaggi desertici, con un tetto azzurro che simboleggia la rarità dell’acqua nel deserto.

Land Defender Dakar D7X-R motore Stock

Le regole della categoria Stock obbligano Land Rover a mantenere invariati diversi componenti fondamentali: scocca, trasmissione e powertrain devono essere gli stessi del modello di serie. Di conseguenza, la D7X-R utilizza il motore V8 biturbo da 4.4 litri della Defender Octa, seppur con un limitatori d’aspirazione per contenerne la potenza e con un adeguamento all’uso di carburanti sostenibili, in linea con le norme Fia.

La potenza effettiva non è stata dichiarata, mentre l’unità di serie arriva a 635 CV e 750 Nm. Anche il cambio automatico a otto rapporti rimane lo stesso, ma con un rapporto finale più corto per offrire una coppia più pronta nei tratti più lenti.

La Defender Dakar D7X-R corre alla Dakar 2026 nella categoria Stock

A livello elettronico, però, ci sono novità importanti: tra queste spicca la nuova “Flight Mode”, una modalità pensata per gestire i salti tra una duna e l’altra. L’auto regola automaticamente la coppia quando si stacca da terra, aiutando a stabilizzare l’atterraggio e a proteggere la trasmissione.

Modifiche per la Dakar

Al di fuori dei vincoli del regolamento, Land Rover è intervenuta in profondità. Il serbatoio è stato ingrandito fino a 550 litri, necessario per alcune tappe che superano gli 800 km. La carrozzeria è stata rimodellata per ospitare pneumatici da 35 pollici e migliorare ulteriormente gli angoli caratteristici.

Le sospensioni sono state sviluppate insieme a Bilstein, nuovo partner tecnico, con un sistema rinforzato e doppi ammortizzatori posteriori per gestire il maggior peso del veicolo. È stato rivisto anche l’intero impianto di raffreddamento: ora c’è un unico grande radiatore frontale, al posto dei tre presenti sulla vettura di serie. Sul tetto spuntano una barra LED e prese d’aria aggiuntive, utili nelle condizioni più estreme.

Per i freni è stato scelto un impianto specifico da rally, con dischi ventilati e pinze a sei pistoncini all’anteriore e quattro al posteriore.

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