Il servizio di car sharing di Milano Zity by Mobilize interromperà definitivamente le sue attività a partire dal 18 dicembre 2025. L’annuncio è arrivato tramite un comunicato ufficiale della società, che ha motivato la decisione citando condizioni di mercato non sostenibili e l’impossibilità di garantire nel lungo periodo un modello di business redditizio.
Il servizio aveva debuttato nel capoluogo lombardo nel giugno del 2022, mettendo a disposizione una flotta di circa 650 Dacia Spring elettriche, tra le più diffuse nel car sharing europeo.
Chiude il servizio di car sharing elettrico Zity a Milano
Per gli utenti Zity, la chiusura del servizio comporta alcuni aspetti importanti da tenere presenti. Il credito residuo potrà essere utilizzato senza limitazioni fino alle 23:59 del 17 dicembre 2025; oltre questa data, però, eventuali somme ancora presenti sull’account non saranno rimborsate, quindi l’invito è a consumarle entro la scadenza.
Con la cessazione delle attività, Zity provvederà inoltre a eliminare tutti i dati personali raccolti tramite l’app, in conformità con le normative sulla privacy. Rimarrà invece pienamente operativo Mobilize Share, il servizio di mobilità condivisa nel quale Zity era confluita all’inizio del 2024 e che continuerà a offrire soluzioni alternative per gli spostamenti in città.
Perché Zity lascia Milano
Secondo quanto dichiarato dall’azienda, “le circostanze del mercato e la sostenibilità a lungo termine del business nel suo formato attuale ci hanno portato a rivalutare la nostra operazione”.
La scelta di Zity di lasciare Milano, nonostante i 1,7 milioni di noleggi ed i 136.000 utenti, non ha colto di sorpresa gli addetti ai lavori. Da tempo, infatti, gli operatori segnalano che mantenere un servizio di car sharing nel capoluogo lombardo è diventato sempre più difficile. Ogni veicolo in flotta finisce per generare oltre 400 euro di perdita al mese, una cifra che mette in crisi anche le aziende più strutturate.
A pesare su questo bilancio negativo ci sono diversi fattori: innanzitutto il canone comunale, considerato tra i più elevati d’Italia, a cui si aggiungono costi operativi sempre più alti legati alla gestione quotidiana dei mezzi. A complicare ulteriormente il quadro è poi la forte concorrenza della micromobilità, con monopattini e bici condivise che intercettano molti degli spostamenti brevi, riducendo ulteriormente la redditività dei car sharing tradizionali.