Crisi Auto 2025 ecco la ricetta UNRAE

L'analisi di fine anno dell'associazione dei costruttori esteri è impietosa: mercato auto a -20% sul 2019 e Italia fanalino di coda sull'elettrico.

Se il mercato europeo sembra aver ritrovato la via della crescita, l’Italia resta l’anomalia del Continente. È questo il quadro a tinte fosche emerso dalla consueta Conferenza Stampa di fine anno dell’UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), tenutasi a Villa Blanc. Tra dati di mercato stagnanti e un’elettrificazione che non decolla, l’associazione guidata dal Presidente Roberto Pietrantonio (AD di Mazda Motor Italia) lancia una proposta provocatoria ma numeri alla mano: spendere dieci volte meno soldi pubblici per ottenere risultati migliori, puntando tutto sulla leva fiscale delle auto aziendali.

Mercato 2025: mancano 400.000 auto all’appello

I numeri presentati dal Direttore Generale Andrea Cardinali fotografano un settore in affanno. Mentre l’economia italiana mostra una crescita modesta (+0,5% il PIL 2025), il mercato dell’auto chiuderà l’anno con un segno meno. Le stime UNRAE prevedono un totale di 1.520.000 – 1.525.000 immatricolazioni, con un calo del 2,2-2,4% rispetto al 2024.​
Il dato più allarmante, però, emerge dal confronto con il pre-pandemia: rispetto al 2019, mancano all’appello ben 400.000 vetture (-20,2%). E il 2026 non promette miracoli: le previsioni parlano di una stagnazione tecnica, con un lievissimo recupero a quota 1,54 milioni di unità (+1,0%).
Anche il settore dei veicoli commerciali non ride: il 2025 si chiuderà con circa 190.000 unità (-4,4%) e il 2026 sarà un anno di “crescita zero”.

Italia “fanalino di coda” con l’elettrico

L’analisi dei dati evidenzia un ritardo strutturale dell’Italia nella transizione energetica rispetto ai partner europei, i cosiddetti Major Markets. Ecco i numeri impietosi del divario:

Paese Quota Auto Ricaricabili (BEV+PHEV) Quota Auto Elettriche Pure (BEV)
Regno Unito 33,4% N/A
Germania 28,9% N/A
Francia 25,1% N/A
Spagna 18,9% N/A
Italia 11,3% 5,2%

L’Italia è ultima. E non è solo una questione di reddito: Paesi con un PIL pro capite inferiore al nostro fanno molto meglio nell’elettrico puro (BEV), come il Portogallo (22%), la Slovenia (10,4%) e persino l’Ungheria (8,4%). A pesare sono soprattutto le infrastrutture: nonostante una crescita del 24% dei punti di ricarica (ora circa 67.000), l’Italia è solo al 16° posto in Europa per capillarità della rete (punti per 100 km).

La proposta shock: 85 milioni bastano

Il cuore dell’intervento del presidente UNRAE Roberto Pietrantonio è stato un attacco alla politica dei bonus “a singhiozzo” e una richiesta di riforme strutturali. Nel biennio 2024-2025, lo Stato ha investito 923,4 milioni di euro in incentivi per immatricolare circa 90.000 auto nella fascia 0-60 g/km.​
La controproposta UNRAE è radicale: con soli 85 milioni di euro (al netto dell’extragettito) destinati alla revisione della fiscalità sulle auto aziendali, si potrebbero incentivare oltre 100.000 vetture green.
“Spendere meno, ottenere molto di più”: questo lo slogan lanciato in conferenza. Allineando la detraibilità IVA e la deducibilità dei costi alle medie europee per le flotte aziendali, si otterrebbe un effetto volano capace di accelerare il ricambio del parco circolante (che oggi ha un’età media di 13 anni) e immettere velocemente usato fresco ed ecologico sul mercato.

No al protezionismo: il caso “Made in Europe”

Sul fronte normativo europeo, in attesa del nuovo pacchetto automotive della Commissione UE, l’UNRAE si schiera apertamente contro l’ipotesi della clausola “Made in Europe” (obbligo del 70% di contenuto europeo per accedere agli incentivi).
Per l’Associazione, questa misura alzerebbe i prezzi colpendo i consumatori e, paradossalmente, danneggerebbe gli stessi costruttori europei, le cui catene di fornitura sono ormai globali. “La competitività non si costruisce alzando muri, ma rafforzando ponti”, ha dichiarato Pietrantonio, chiedendo invece un approccio pragmatico che includa tecnologie “ponte” e rifiuti la logica punitiva delle multe sui target CO2.

Leggi anche:

Stop auto termiche 2035 revocato

Exit mobile version