L’Autodromo di Siracusa sembra finalmente vicino a una svolta che per decenni è apparsa impossibile. Dopo anni di aste andate a vuoto, tentativi falliti e un lento ma inesorabile degrado, il Libero Consorzio Comunale di Siracusa ha accolto un’offerta concreta per la vendita dell’impianto, segnando una possibile fine a un immobilismo che sembrava eterno.
La conferma arriva dalla risposta ufficiale a un’interrogazione del consigliere provinciale Cosimo Burti, che da mesi sollecitava chiarezza sul futuro della storica pista. Questa volta, però, i segnali sono tangibili: l’acquirente ha già versato una caparra di circa 150mila euro e si è impegnato a concludere l’acquisto entro febbraio 2026, per un valore complessivo di 3 milioni di euro.
Autodromo di Siracusa in vendita
Sull’identità del nuovo proprietario permane, al momento, la massima riservatezza. L’Ente ha scelto di non rendere pubblico il nome del gruppo interessato per non compromettere la trattativa in corso. Tuttavia, secondo indiscrezioni, si tratterebbe di un soggetto estero, intenzionato a investire in un progetto ambizioso e fortemente orientato al turismo internazionale.
Motor Sport Resort nella pista di Siracusa
L’idea progettuale non si limita al semplice recupero dell’autodromo di Siracusa, ma punta a una trasformazione radicale dell’intera area. Il piano di sviluppo includerebbe:
- Strutture ricettive di lusso e hotel integrati nel complesso.
- Aree commerciali e ristoranti tematici.
- Spazi museali dedicati alla gloriosa storia dell’automobilismo siracusano.
- Servizi per test privati e presentazioni di nuovi modelli per le case automobilistiche.
Il piano immagina la nascita di un vero Motor Sport Resort, un polo multifunzionale in cui il circuito moderno convivrebbe con strutture ricettive e alberghiere, ristoranti, aree commerciali e spazi museali dedicati alla storia e alla cultura del motorismo.
A questi si aggiungerebbero servizi pensati sia per gli appassionati sia per i turisti, rendendo il complesso vivo e attrattivo durante tutto l’anno. Un modello già affermato con successo all’estero, capace di richiamare un pubblico internazionale e di generare importanti ricadute economiche, occupazionali e turistiche per il territorio siracusano.
Dalla Formula Uno all’abbandono, la storia
Inaugurato nel 1950, l’Autodromo di Siracusa è stato per quasi vent’anni una delle tappe più prestigiose della stagione automobilistica, pur non facendo parte del calendario ufficiale del Campionato Mondiale di Formula 1.
Tra il 1951 e il 1967, sul veloce circuito siciliano si sono disputati sedici Gran Premi di Formula 1 (Extra-Campionato), vinti dai più grandi piloti della storia: da Alberto Ascari a Juan Manuel Fangio, fino a Jim Clark e John Surtees. Resta leggendaria l’edizione del 1955, quando la meteora inglese Tony Brooks portò alla vittoria la Connaught, segnando la prima vittoria di un’auto britannica in un GP internazionale dal 1924. Si sono corse qui competizioni di Formula 2 e gare diventate leggendarie.
La parabola discendente iniziò nel 1969, quando l’impianto venne dichiarato inagibile per motivi di sicurezza, segnando l’inizio di un lungo letargo interrotto solo da timidi tentativi di recupero, fino alla possibile rinascita odierna. Anche i fondi stanziati nel 2013 per il rilancio non portarono a risultati concreti, lasciando l’impianto in stato di abbandono.
